Il vicepresidente di FI: «Meloni non c’entra col fascismo, sennò non potremmo essere alleati. Noi nella coalizione garanzia di un profilo liberale, cristiano, europeista»
Come tutti, in queste ore è alle prese con il grande Risiko delle candidature. E in attesa dell’ultima parola che pronuncerà
Silvio Berlusconi
,
Antonio Tajani
ammette che anche in
Forza Italia
andranno fatti
«sacrifici»
: «Sono tutti meritevoli i nostri uscenti, e siamo certi di poter offrire agli elettori liste molto competitive. Certo i numeri sono ridotti rispetto al passato,
il taglio dei parlamentari
pesa per tutti. Ma
troveremo il modo di far sentire ognuno parte della squadra
. Chi ci metterà la faccia anche nelle sfide difficili, sarà sostenuto, valorizzato, sia nella vita del partito che alle amministrative, alle Regionali e alle Europee». Rassicurato un partito col fiato sospeso, il coordinatore azzurro si dedica a rassicurare sugli altri fronti aperti per il centrodestra. A partire dall’allarme suscitato in abitazione e all’estero da una vittoria delle destre fino ai programmi che si vorranno attuare.
Partiamo da quella che è la front runner del centrodestra, Giorgia Meloni: avrebbe fatto bene a togliere la fiamma dal simbolo?
«Quella sul simbolo di FdI è la tipica discussione inconcludente da teatrino della politica. Giorgia Meloni non ha nulla a che fare con il fascismo: se così non fosse non potremmo essere alleati».
Si dice però che Berlusconi non riesca a considerare Meloni e Salvini pronti per la premiership: è così?
«No, il rapporto con la Meloni e con Salvini è cordiale e basato sul rispetto reciproco. Ovviamente il loro passato e la loro cultura politica sono diversi dai nostri».
Quindi FI si pone l’obiettivo di rassicurare all’estero sia sul versante dell’esperienza di governo, sia sul rispetto degli obblighi internazionali, a partire dall’attuazione del Pnrr?
«La presenza stessa di FI nella coalizione è garanzia di un profilo liberale, cristiano, garantista, europeista, atlantico. E la continuità con il Pnrr e con le cose positive fatte dal governo Draghi è fuori discussione».
Quindi non volete cambiare molto il Pnrr?
«Assolutamente no. Al più, si tratterà di modesti aggiustamenti legati al cambiare delle condizioni».
Berlusconi che farà? Ambisce alla presidenza del Senato, al Quirinale?
«Non ha alcuna aspirazione personale, dalla vita ha avuto tutto quello che poteva desiderare, ha rappresentato per 10 anni il nostro Paese come Premier, presiedendo per tre volte il G7/G8. Cos’altro potrebbe desiderare? Vuole servire il Paese che ama. È un dovere che sente forte».
Vi sentite già vincitori o gli incerti potrebbero ancora cambiare l’esito del voto?
«Noi ci rivolgiamo proprio agli elettori incerti e delusi dalla politica. Possono essere loro a cambiare il futuro nel nostro Paese, dando il voto a chi nella vita ha dimostrato tante volte, in tanti campi, di saper realizzare risultati importanti, a Berlusconi».
Non teme però che una coalizione che differenze al suo interno ne ha, possa «durare solo sei mesi», come dice Calenda, e far ricorrere presto a una nuova unità nazionale?
«È una affermazione da “sfascista” quale è. Tradisce il suo auspicio, che è l’instabilità. Noi, al contrario, lavoriamo per dare stabilità all’Italia e un governo che duri 5 anni. Chiediamo di votarci per questo. Quello dato a loro — che non è il terzo polo ma il quarto — sarà il vero voto non utile di questa campagna elettorale».
Resta che governare sarà arduo in un momento difficile: se vincerete, proporrete ministri azzurri d’esperienza? E sarà un governo con tecnici di peso?
«Sarà un governo politico che si avvarrà delle migliori competenze. Proporremo nomi di assoluto prestigio dentro e fuori dal Parlamento. E speriamo di poterlo fare prima delle elezioni».
Uno dei punti più spinosi da affrontare sarà quello del piano energetico: voi siete favorevoli a nuovi rigassificatori, termovalorizzatori e anche al nucleare? E come si coniuga con un ambientalismo per il quale volete caratterizzarvi?
«L’esperienza di tanti paesi stranieri dimostra che nessuna di queste tecnologie è nociva per l’ambiente. Da noi chi si oppone al nucleare pulito, ai termovalorizzatori, ai rigassificatori, non difende l’ambiente, condanna l’Italia alla recessione. Il costo delle bollette in questi mesi è l’effetto di questa cultura del “no” della sinistra che non ha nulla a che fare con la tutela dell’ambiente».
È favorevole a confronti televisivi fra leader per far emergere differenze e preparazione, come propone Calenda? E nel caso per il centrodestra a rappresentarvi potrebbe essere la sola Meloni?
«Questa è una campagna molto breve, non so se ci sarà il tempo per farli. E comunque i confronti spesso degenerano in risse, forse è meglio che ciascuno abbia modo di spiegare serenamente i progetti e i programmi che ha in mente. Poi il pubblico deciderà. In ogni caso, in ogni confronto, noi avremo i nostri rappresentanti. Siamo alleati, ma siamo forze diverse, parliamo a nostro nome. E non ho dubbi che gli elettori ci premieranno, siamo i più seri e i più credibili».
16 agosto 2022 (modifica il 16 agosto 2022 | 22:41)
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Paola Di Caro , 2022-08-16 20:41:33 ,