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(ANSA) – CASERTA, 03 NOV – C’è il cappellaio che vuole
sfruttare la sua manualità, e chi vuole coronare il suo sogno
coltivato da bambino o aprirsi una strada in un settore legato
fortemente al territorio; chi vuole proseguire la tradizione di
famiglia o semplicemente continuare a formarsi per migliorare; e
c’è persino lo straniero che vuole far proprio un know how
“unico” e “portarselo all’estero”. Sono alcuni dei diciotto
partecipanti alla sesta edizione del corso per diventare casari,
partito il 26 ottobre al Consorzio di Tutela della Mozzarella di
Bufala Campana Dop, che ha sede alle Regie Cavallerizze,
all’interno del complesso della Reggia di Caserta; ad
organizzarlo la Mbc Service, società in house del Consorzio che
gestisce la Scuola di formazione per casari.
“L’obiettivo – sottolinea il presidente del Consorzio
Domenico Raimondo – è creare tra i giovani le figure-chiave del
comparto, anche in questi tempi così incerti e difficili. Solo
investendo sul capitale umano potremo consentire al settore di
restare sempre al passo con i cambiamenti e innovare la
tradizione”. Marco Nobis, amministratore della Mbc Service,
spiega che “la Scuola di formazione lattiero-casearia del
Consorzio di Tutela è stata fondata nel 2017 e colma una lacuna
innanzitutto al Sud. È infatti l’unica in Italia direttamente
gestita da un consorzio attraverso la Mbc Service. Oltre al
corso per casari, offriremo altri percorsi per ogni anello della
filiera bufalina”.
Finora si sono diplomati al Consorzio quasi 100 studenti
arrivati da ogni parte del mondo (Usa, Australia, India,
Israele, Bolivia, Kirghizistan, Regno Unito), a conferma
dell’appeal internazionale del progetto; e anche quest’anno a
partecipare c’è l’americano Michael, che vive in Francia dove la
moglie ha una pasticceria. “In Francia la mozzarella di bufala è
molto gettonata – spiega -. per questo ho deciso di formarmi
come casaro”. Gli altri corsisti provengono da Cuneo, Latina,
Bari, oltre che da tutte le province della Campania; lo studente
più giovane ha 21 anni, mentre il più grande ne ha 53 e l’età
media degli iscritti è di 35 anni. Tra loro anche due donne – in
totale sono cinque le donne ad essersi diplomate nelle altre
edizioni del Corso – con il sogno di lavorare nella filiera
della Mozzarella di Bufala Campana Dop, tra cui Valentina,
agronoma, che aspira “a crescere professionalmente”.
Numeri in linea con la fotografia della filiera, dove il 37%
degli addetti è rappresentato proprio da donne, mentre il 39%
sono giovani under 32. Il placement del corso è molto alto,
circa il 90% degli studenti trova subito un lavoro oppure apre
una propria attività nel comparto. Tutti i corsisti sono
consapevoli delle concrete prospettive lavorative offerte dal
corso. Lo è il 37enne Luigi, proveniente da Bellona (Caserta),
che ha trascorso otto anni in Australia dove produceva cappelli
artigianali; tornato in Italia, vuole cimentarsi in un altro
settore comunque artigianale come quello dei casari. “Mi piace
lavorare con le mani – dice – e mi piacerebbe saper realizzare
un prodotto tipico della nostra terra come la mozzarella di
bufala campana, che è anche un prodotto di alto livello”. Il
30enne Felice lavora già nel settore dei prodotti caseari, ma ne
cura la distribuzione.
“Mi ha sempre affascinato il lavoro dei casari, come riescono
a creare usando le mani”. Il 21enne Nicola, originario di San
Cipriano d’Aversa, con aziende bufaline a Cellole e Pignataro
nel Casertano e punto vendita aperto di recente nel basso Lazio
a Cassino (Frosinone), intende proseguire la tradizione
familiare.
“Voglio seguire le orme di mio padre – dice – ma per farlo
devo imparare a realizzare di persona la mozzarella. E’ da
sempre che osservo i casari, è arrivato il momento di farne
parte”. Medesimo obiettivo per il 40enne Tommaso di Villaricca
(Napoli), che ha azienda bufalina a Mondragone. Tommaso, 42enne
di Poggiomarino, dopo aver fatto vari lavori, tra cui il
muratore, vuole ora coronare il sogno avuto fin da bambino di
imparare “a fare la mozzarella”. (ANSA).
di
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2022-11-03 10:56:38 ,