Ha aspettato con trepidazione il verdetto della Cassazione, andando fisicamente a Roma per conoscere subito l’esito. E ha pianto Maria Cristina Soldi quando ha saputo che i supremi giudici avevano rigettato l’appello delle difese, confermando le condanne inflitte, a 18 mesi di carcere, per i tre vigili urbani e per lo psichiatra accusati di aver ucciso suo fratello Andrea, 45 anni, durante un Tso, trattamento sanitario obbligatorio, troppo violento.
“Mio fratello non tornerà più – ha commentato a caldo Maria Cristina Soldi- ma ora so che la giustizia in cui ho sempre creduto, fin dal primo giorno, esiste davvero, e che lo Stato ha appoggiato la nostra storia. Io continuerò a battermi affinché quello che è accaduto non succeda mai più, nella tutela dei più fragili come era Andrea”.
Su quella panchina nei giardini di piazza Umbria, dove Andrea era solito sedersi ogni giorno, compreso il 5 agosto 2015, anche il Comune di Torino aveva voluto mettere una targa con inciso il monito “che non accada più”. A richiedere il Tso era stato suo padre, preoccupato perché il figlio non assumeva più le medicine. Erano arrivati i vigili e lo psichiatra che aveva scambiato con lui poche parole senza convincerlo ad alzarsi dalla panchina.
Così le forze della polizia municipale lo avevano circondato: in due, ai lati, gli avevano bloccato le braccia, mentre uno da dietro le spalle gli aveva stretto il collo con una manovra da arti marziali. Andrea Soldi era stato buttato a terra e ammanettato dietro alla schiena, e in quelle condizioni gettato sulla barella in ambulanza a faccia in giù. Il suo volto ormai era già cianotico: la stretta al collo gli aveva fatto perdere il fiato, si era persino urinato addosso.
Ma nessuno dei presenti aveva capito la gravità della situazione. E infatti quando era arrivato all’ospedale Maria Vittoria, le sue condizioni erano ormai compromesse e il suo cuore aveva ormai smesso di battere nonostante tutti i successivi tentativi di rianimarlo.
Soldi era conosciuto nel quartiere come il “gigante buono”, era seduto sulla panchina di tutti i giorni, nei giardinetti dipiazza Umbria, a pochi passi da abitazione. Un gigante buono per la corporatura imponente che si accompagnava a una spiccata sensibilità. Affetto da schizofrenia paranoide, non prendeva più medicine. Diceva che il farmaco lo faceva ingrassare e gli era stato anche cambiato lo psichiatra, peggiorando così il suo rapporto con ciò di cui aveva maggiormente bisogno.
Anche Amnesty Italia, tramite il suo portavoce Riccardo Noury, prende posizione sul verdetto: “La sentenza della Corte di Cassazione restituisce alla famiglia di Andrea Soldi un minimo senso di giustizia e afferma che a Torino ebbe luogo, e non per la prima volta in situazioni del genere, una grave violazione dei diritti umani: un Tso illegittimo eseguito con una violenza ingiustificata, ingiustificabile e purtroppo letale. L’ennesimo caso in cui lo Stato si è abbattuto sulle fragilità anziché proteggerle”.
[email protected] (Redazione Repubblica.it) , 2022-07-12 15:49:34 ,torino.repubblica.it