Sempre più smartphone potrebbero ottenere la promessa di un aggiornamento di Android per ben sette anni dal momento dell’uscita sui mercati. Google starebbe infatti spingendo con i produttori per estendere il più possibile la longevità dei dispositivi grazie a update spalmati su un lungo periodo, evitando che device anche piuttosto costosi diventino di fatto presto abbandonati a se stessi, anche se ancora ben funzionanti. Uno scenario che è già realtà sui modelli di casa, i Pixel, e con alcuni brand come Samsung, ma che potrebbe diventare sempre più comune.
Pixel 8 è stata la prima famiglia di smartphone di Google a promettere sette anni di aggionamento del sistema operativo, seguita poi anche dai più recenti Pixel 9 e da alcuni top di gamma di Samsung inclusa la famiglia Samsung Galaxy S24. La promessa di update regolari ha vantaggi che vanno dall’ottenere funzionalità sempre nuove, che rinfrescano le potenzialità dei dispositivi, fino al mettere al sicuro dati e contenuti da pericoli e minacce sempre più presenti e frequenti di anno in anno. Secondo il portale Android Authority, il progetto degli aggiornamenti a sette anni di Android è noto internamente come il programma Longevity GRF (acronimo di Google Requirement Freeze) e considera non solo il brand del telefono, ma anche quello dei componenti cruciali a partire dal chipset. Per garantire il periodo di update prefissato, sarà necessario aggiornare ogni 3 anni il kernel Liux del sistema, così da rendere più fluido il processo.
Il nuovissimo chip Snapdragon 8 Elite poco presentato da Qualcomm potrebbe essere il primo a supportare il progetto e quindi i primi modelli a beneficiare della novità dovrebbero essere le varie ammiraglie prossime venture a partire dalla famiglia Xiaomi 15 e via con le proposte degli altri big da Oppo a Vivo, da Sony a Samsung, sperando che l’iniziativa coinvolga presto anche i modelli mid-range e quelli economici, che compongono la grande fetta del mercato.