Da un punto di vista strettamente cinematografico la premessa di Anni 90 ha radici nobili, ispirandosi a un’altra commedia a episodi a cui lo stesso Oldoini è molto legato: I mostri, film del 1963 di Dino Risi con protagonisti due mattatori quali Vittorio Gassman e Ugo Tognazzi, del quale il regista spezzino girò un seguito spirituale nel 2009 dal titolo I mostri oggi. Se il cinismo di Anni 90 è caciarone, goliardico, in linea con altri prodotti comici del periodo, quello de I mostri è talmente affilato e anomalo che in tandem con la versatilità del duo Tognazzi/Gassman ne fa una pietra miliare del cinema italiano: anche una delle scene più crudeli di Anni 90, quella che scimmiotta il Telefono Azzurro col figlio di Nino Frassica malmenato da quest’ultimo insieme a Ezio Greggio, non si avvicina alla spietata indifferenza di Tognazzi il quale, guardando con la moglie una fucilazione nazista proiettata sul grande schermo di una sala cinematografica, propone alla donna di rifare il muro della loro villa come quello che si intravede alle spalle dei condannati.
In una rara combinazione di tempismo, immediatezza e dignità autoriale Anni 90 propone sotto la maschera della commedia disimpegnata un ritratto fedele dell’anno in cui è nata l’Italia che conosciamo oggi, senza le pretese documentaristiche di prodotti con un’ambientazione simile come 1992 – La serie, ma senza al contempo scivolare nel farsesco come S.P.Q.R. – 2000 e ½ anni fa, commedia del duo Boldi & De Sica di grana ben più grossa che traspone nell’antica Roma le vicende di Tangentopoli. Enrico Oldoini ci consegna così un insospettabile punto di partenza per capire cosa accadeva in Italia trent’anni fa, con la genuinità di un programma televisivo come Telemike che Boldi, a un certo punto della pellicola, non vede l’ora di tornare a dimora a guardare.
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di Lorenzo De Vizzi Arati www.wired.it 2022-12-30 14:00:00 ,