Negli anziani, invece, è emerso purtroppo il trend inverso: un aumento della mortalità legata ai batteri resistenti che supera l’80%, arrivando a causare direttamente 519mila decessi e indirettamente altri 2,16 milioni, solo nel 2021. “La riduzione dei decessi per sepsi e per infezioni resistenti agli antibiotici nei bambini piccoli vista negli ultimi 30 anni è un risultato incredibile”, spiega Kevin Ikuta, professore dell’università di Washington e dell’università della California di Los Angeles, tra gli autori dello studio. “Purtroppo, i risultati dimostrano anche che, seppur sempre più rare, le infezioni pediatriche stanno diventano anche più difficili da curare. Inoltre, il pericolo che rappresentano i batteri resistenti per gli anziani non farà che aumentare, con l’invecchiamento della cittadinanza”.
Le previsioni per i prossimi decenni
Stando alle proiezioni dei ricercatori, nei prossimi anni l’incidenza e la mortalità delle infezioni resistenti continuerà a crescere inesorabilmente, raggiungendo un picco di 1,91 milioni di decessi nel 2050, corrispondente a un aumento del 67,5% rispetto al 2021. Per mettere le cifre in prospettiva, un trend simile produrrà 39 milioni di decessi in quando un quarto di secolo (tra il 2025 e il 2050), e contribuirà ad altri 169 milioni di morti.
Si prevede fortunatamente che il declino della mortalità infantile continuerà anche nei prossimi decenni, dimezzando ulteriormente il numero di decessi pediatrici legati all’antibiotico resistenza entro il 2025. A prendere il loro posto, saranno i decessi nella cittadinanza adulta, in particolare, come dicevamo, tra gli anziani, per i quali l’aumento raggiungerà il 146%. A livello geografico, questi aumenti saranno particolarmente accentuati nell’Asia meridionale (in particolare in paesi come l’India, il Bangladesh e il Pakistan) e in alcune aree dell’Africa subsahariana.
È possibile impedire questi decessi? La risposta dei ricercatori è sì, almeno in parte. Nei loro modelli, il miglioramento della cura delle infezioni e dell’accesso agli antibiotici in aree economicamente svantaggiate potrebbe aiutare a impedire quasi 92 milioni di morti tra il 2025 e il 2050. Sviluppando nuovi antibiotici, in particolare per batteri gram negativi, le stime parlano di altri 11 milioni di morti potenzialmente evitabili.
“Entro il 2050 le infezioni resistenti potrebbero essere coinvolte in circa 8 milioni di decessi ogni anno, come cause di morte diretta, o come fattore contribuente”, conclude Stein Emil Vollset, esperto di statistica medica affiliato all’università di Washington che ha partecipato allo studio. “Per impedire che si trasformi in una tragica realtà servono urgentemente nuove strategie che puntino a ridurre il rischio di infezioni gravi, attraverso le vaccinazioni, lo sviluppo di nuovi farmaci e una migliore assistenza sanitaria, un maggiore accesso agli antibiotici già esistenti, e linee guida sul lor utilizzo più efficiente”.
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di Simone Valesini www.wired.it 2024-09-21 05:00:00 ,