Antichità e tecnologia, l’archeologo: “Quando sull’Appia scoprii calce romana ancora fresca”

Antichità e tecnologia, l’archeologo: “Quando sull’Appia scoprii calce romana ancora fresca”

Antichità e tecnologia, l’archeologo: “Quando sull’Appia scoprii calce romana ancora fresca”



“Era il 2003 e stavamo scavando nella Villa dei Quintili sull’Appia Antica, a Roma. Trovammo uno strato di tegole e coppi e, con Giuliana Galli, pensammo ai resti di un crollo. Invece era un deposito coperto, sotto una scala o una rampa. E lì facemmo una scoperta sconvolgente”. Riccardo Frontoni, archeologo specializzato in murature, ancora si emoziona quando racconta della “sua” calce”. Nei giorni in cui dal Mit di Boston rimbalza la storia della scoperta, da parte di un chimico bosniaco, ma laureato in Italia, della formula del calcestruzzo che ha permesso a monumenti come Colosseo e Pantheon di sopravvivere per secoli.

Cosa c’era lì sotto? Statue?
“No, meglio. C’era, anzi: c’è, un deposito di grassello di calce che, grattato via lo strato di 10 centimetri indurito, si rivelò fresca. Duemila anni dopo era ancora come i capo mastri romani l’avevano formata”.

Un unicum? Com’è possibile?
“Anche a Pompei sono stati rinvenuti accumuli di calce, ma carbonata, ossia indurita. Ai Quintili invece avevano sigillato così bene il deposito da tramandarci calce fresca”.

Poi si sarà indurita?
“Neanche per sogno. Richiudemmo tutto coprendola ancora meglio con la plastica. E dieci anni dopo, nel 2013, riaprimmo il pozzo con il tesoro. La calce era ancora morbida. La utilizzammo per il restauro di un pavimento secondo i dettami di Vitruvio: e tirò perfettamente”.

Il calcestruzzo è la grande idea dell’architettura romana?
“Sì, in età repubblicana scoprirono che, unendo la sabbia al grassello di calce, più la pozzolana, era possibile, grazie a una messa in opera perfetta, di raggiungere un conglomerato resistente. Con l’arco e la volta, i romani superarono il sistema trilitico dei greci. E raggiunsero vette mai toccate prima”.



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[email protected] (Redazione Repubblica.it) , 2023-01-08 08:25:02 ,www.repubblica.it

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