Il incarico del turismo e delle antichità egiziano ha comunicato la scoperta del più grande osservatorio astronomico dell’antico Egitto finora ritrovato. Risalente al VI secolo a.C., sembra inserito nel contesto di quello che è noto come Tempio dei Faraoni nella città di Buto. Tante stanze ricche di oggetti di misurazione, una torre di osservazione e un particolare tipo di meridiana servivano agli antichi astronomi per seguire i movimenti del sole e l’alternarsi delle stagioni: momenti fondamentali che scandivano le attività degli antichi, dalle incoronazioni all’agricoltura.
Cosa è stato trovato dagli archeologi
Quello riportato alla luce è ciò che resta di un edificio in mattoni di fango che copriva complessivamente un’area di 850 metri quadrati. L’ingresso si trova a est, dove sorge il sole, e si apre su un edificio a forma di “L” dove si osservano ancora alcuni pilastri di sostegno.
Rilevante è il ritrovamento di un particolare tipo di meridiana: l’edificio dell’orologio – si legge nella nota del incarico egiziano – è costituito da un andamento rettilineo e regolare di lastre di pietra calcarea lungo 4,80 metri, sormontato da cinque blocchi piani di pietra calcarea, di cui tre verticali e due orizzontali. Sui blocchi si ritiene fossero incise delle tacche che servivano a misurare lo spostamento del sole in base all’ombra proiettata durante il giorno.
In una sala circolare, invece, è stato trovato un blocco di pietra installato sul pavimento e in direzione nord e ovest altri due blocchi di pietra circolari, usati forse per misurare l’inclinazione del sole.
Cinque stanze più piccole servivano probabilmente a conservare i molti strumenti di misurazione più piccoli, mentre quattro altre stanze con le pareti in mattoni e una di pietra dovevano costituire una torre di osservazione.
Un’ulteriore sala un po’ più grande presenta tre pareti rivestite di malta gialla decorate: gli archeologi hanno riconosciuto il disegno di una barca rituale con otto stanze e i remi nella parte posteriore. Anteriormente si vede la testa di Horus e l’intuito di Udjat che sono simboli legati all’Universo e al cosmo, oltre che alle principali divinità venerate nella regione. In questa stessa stanza, al centro, si trova una piattaforma in pietra con illustrazioni di scene astronomiche, in particolare di alba e tramonto nelle tre stagioni riconosciute nell’antico Egitto.
Nell’osservatorio non c’erano solo strumenti scientifici, ma anche oggetti e statue decorative rappresentanti dei, monili, ceramiche, tavoli per le offerte.
Leggi tutto su www.wired.it
di Mara Magistroni www.wired.it 2024-08-26 14:16:37 ,