di Lorenza Negri
Quali sono i mostri più temibili: quelli dentro di noi o là fuori? Antlers – Spirito Insaziabile, cupo e raccapricciante horror soprannaturale prodotto da Guillermo del Toro (e David S Goyer) e presentato all’ultimo Festival di Sitges, è disponibile da oggi su Disney+. In una cittadina squallida e tetra fagocitata dalle foreste e infestata da miseria e disperazione vivono il tossicodipendente Frank Weaver (Scott Haze, Child of God) e i due figli piccoli Aiden e Lucas. I primi vengono due aggrediti da un’entità rintanata nelle profondità di una miniera abbandonata: sopravvivono, ma cominciano a trasformarsi in qualcosa di arcano e ferale. A prendersi cura di loro e a placarne la voracità, nutrendoli con i cadaveri di piccoli animali, il dodicenne Aiden. L’insegnate Julia (Keri Russell, The Americans) si persuade che il ragazzino, mesto ed emaciato, sia vittima di abusi e cerca l’aiuto della preside Ellen (Amy Madigan, La metà oscura) e del fratello, lo sceriffo Paul (Jesse Plemons, Friday Night Lights), ignara di stare per veicolare sventura e morte su chiunque si avvicini alla soffitta degli Weaver.
Antlers è ispirato a un racconto, A Quiet Boy, di Nick Antosca, autore della sceneggiatura insieme a C. Henry Chiasson e a Cooper: la sua è una fiaba nera cruenta e pessimista, incentrata sul terrore primordiale delle creature del folklore dei nativi americani tanto quanto sull’orrore quotidiano dell’alienazione di una cittadina – costruita intorno a punto di estrazione mineraria dismesso, lasciata a languire un lento deperimento nell’abbandono e nell’indigenza. L’idea di Cooper & Co. è quella di realizzare un horror grondante simbolismo nella quale l’orrore reale e quello fantastico si stimolano a vicenda con un effetto sinergico. Julia è la Clarice Starling (la protagonista di Il silenzio degli innocenti) del caso, una donna perseguitata da un’infanzia traumatica che non riesce a placare i demoni del passato. Julia è disposta a tutto per salvare Aiden dal padre violento, ma non sa che quel genitore è stato un buon uomo che lotta strenuamente contro gli istinti assassini come faceva con la tossicodipendenza.
I luoghi di questa storia sono l’elemento più raggelante di Antlers: tutta quella desolazione e quello squallore risuonano all’unisono nello sconforto collettivo dei locali; la natura circostante è fitta e ostile, popolata di mostri antichi. È il vicesceriffo di origini indiane Stokes (Graham Greene, Ballando coi lupi) che persuade Paul dell’esistenza della creatura primordiale che cova nella soffitta degli Weaver quando, inevitabilmente, questa si libera. L’attesa di un’azione che entra nel vivo solo dopo essere stata lungamente ritardata è snervante e non giova al ritmo narrativo del film di Cooper, ma quando si scatena diventa difficile discernere cosa sia più orrorifico, la solitudine e lo stoicismo con cui il piccolo Lucas (interpretato dal bravo Jeremy T Thomas) porta da solo tale soverchiante fardello o il mostro selvaggio scaturito dalle viscere della vittima che ha posseduto. È qui che si impone l’impianto visionario fantastico di Del Toro: la creatura è il mostro generato da incubi ancestrali, un mostro mistico indigeno annidato nell’oscurità e sopravvissuto per secoli, forse millenni, avvolto da ombre sinistre e pronto a tornare a cibarsi degli abitanti macilenti di Cispus Falls.
La parte finale di Antlers offre le vere soddisfazioni: il direttore della fotografia tedesco Florian Hoffmeister (The Terror) aveva fatto un buon lavoro fin dall’inizio creando un’atmosfera lugubre e desolante, sulla palette cromatica del grigio (con l’eccezione dei blu e rossi al neon delle sirene dello sceriffo che squarciano l’oscurità della foresta), da far venire i brividi tuttavia, è quando i cadaveri cominciano ad accatastarsi e dall’oscurità delle miniere emerge finalmente la creatura che il film si trasforma in un esaltante gore fest visivo. Gli effetti speciali danno forma a corpi squarciati e mutilati all’inverosimile da una furia cieca e animalesca; il mostro è la manifestazione soprannaturale di un orrore primordiale di accattivante impatto visivo. Disturbante, disgustosa, è una creatura non di questo mondo perché scaturisce, letteralmente, dall’interno delle nostre anime. Antlers è un film riuscito solo nella seconda metà, ma quella metà è riuscita bene.
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2022-01-05 11:28:06