Per Paola Taverna e Vito Crimi, esclusi dal voto a causa del tetto dei due mandati, possibili ruoli nella struttura dei Cinque Stelle. «Assunzioni non previste», ha però detto Conte
Inizia la fase due. Il Movimento a una settimana dalle Politiche riparte. E lo fa con un triplo passaggio. Anzitutto, i vertici torneranno a riunirsi «presto». Secondo fonti non confermate, il consiglio nazionale del M5S dovrebbe essere convocato entro lunedì, in modo da poter poi incontrare i parlamentari pianificando i futuri assetti per i ruoli d’Aula. In base a indiscrezioni raccolte dall’Adnkronos, in pole position per il ruolo di vicepresidente stellata di Montecitorio ci sarebbe Chiara Appendino (a Palazzo Madama si parla del ministro Stefano Patuanelli), mentre si profila una riconferma (anche per dare continuità) dei capigruppo uscenti, Mariolina Castellone al Senato e Francesco Silvestri alla Camera. Voci tutte da confermare. Ma sarà proprio la riunione dei vertici a stabilire eventuali proposte per la nuova truppa di deputati e senatori.
Tra le novità che riguardano l’organizzazione interna, prende sempre più corpo l’ipotesi di diverse assunzioni di ex big – da Vito Crimi a Paola Taverna -, tagliati fuori dalla ricandidatura per via del tetto dei due mandati. Tre i possibili fronti per il loro impiego: la scuola di formazione, un ruolo dirigenziale nell’associazione che regge le fila del M5S, un ruolo di comunicazione o da funzionario presso i gruppi parlamentari. Se da un punto di vista organizzativo i vertici si preparano a varare i nuovi assetti, da un punto di vista politico si preparano alle prossime sfide elettorali. E, soprattutto, a sondare le evoluzioni dell’asse con i dem.
All’Adnkronos il leader del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte, circa i rumors di possibili assunzioni di ex parlamentari nel M5S ha detto: «Il M5S non è mai stato e mai diventerà un ufficio di collocamento. Non è da escludere che potremo avvalerci della collaborazione formale di qualche figura il cui apporto potrebbe rivelarsi utile per il prosieguo della nostra attività». Ma la questione è che «non c’è nessuna previsione di assunzione di ex parlamentari» per il solo fatto che il «loro incarico elettivo si sia esaurito con il secondo mandato».
Le Regionali nel Lazio e in Lombardia diventano uno snodo politico. Nel Lazio, dove gli stellati sono in giunta con i dem, una parte importante del M5S preme per dare seguito a un percorso comune nonostante le frizioni a livello nazionale. «Siamo in stand by al momento: serve un confronto», sostengono gli stellati locali. Per quello che riguarda il Pirellone, invece, il discorso è diverso. «Stiamo lavorando per una proposta alternativa al centrodestra», dicono nel M5S , «abbiamo un’idea della Lombardia che vorremmo e non siamo disposti a farci schiacciare da nessuno, non siamo subalterni a nessuno».
Il Pd non è escluso dal dialogo, ma i toni rimangono lontani da un clima d’intesa. È molto probabile che Conte affronti già dalle prossime settimane il dossier Regionali, tenendo un occhio vigile su quanto accadrà al vertice del Pd. «Per comprendere se c’è nuovamente un orizzonte progressista dobbiamo per forza attendere il congresso del Pd, vedere chi sarà il nuovo segretario e quale atteggiamento avrà nei nostri riguardi», ribadiscono gli stellati. Le Regionali sono lontane, ma anche tra i Cinque Stelle prende corpo l’idea di un tris: «Confermare l’area progressista nel Lazio, tentare la scalata al Pirellone e vincere in Molise». Non a caso il segretario regionale dem in Molise, Vittorino Facciolla, subito dopo il voto delle Politiche, ha lanciato il sasso parlando di «ricucitura» con il Movimento.
30 settembre 2022 (modifica il 30 settembre 2022 | 19:24)
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Emanuele Buzzi , 2022-09-30 17:24:46 ,