Negli ultimi giorni si è parlato molto della volontà di Apple di sviluppare un progetto di intelligenza artificiale generativa simile a ChatGpt, e ora sembrerebbe che la compagnia di Cupertino stia già testando una tecnologia simile per i suoi dipendenti, supportandoli nel “prototipare funzionalità future, riassumere il testo e rispondere alle domande in base ai dati con cui è stato addestrato”. A riferirlo è Mark Gurman di Bloomberg, che nella sua newsletter Power On fa luce sul potenziale uso interno che Apple può fare del suo nuovo chatbot. A cominciare dalla possibilità di mettere l’AI a disposizione del personale di supporto AppleCare, così da migliorare il servizio di assistenza rivolto ai clienti.
Ma nonostante i progetti della compagnia siano ambizioso, è molto probabile che l’integrazione ufficiale del chatbot all’interno della sua organizzazione non avverrà nell’immediato. La propensione dell’AI a commettere errori, infatti, è ben nota ad Apple e al suo CEO Tim Cook, che ha già dichiarato che ci sono “una serie di problemi che devono essere risolti” prima di vedere la nuova tecnologia disponibile a livello globale. Eppure, nonostante questo, alcune fonti vicine alla compagnia avrebbero riferito a Bloomberg la volontà di fare un “annuncio significativo relativo all’AI” il prossimo anno. In fondo, non è certo un segreto che Apple voglia utilizzare l’intelligenza artificiale per migliorare le prestazioni di Siri, così da “rendere l’assistente più colloquiale e aggiungere la possibilità di gestire più attività per conto dell’utente”.
Eppure, l’atteggiamento prudente della compagnia sta rallentando non poco il suo ingresso nel settore dell’AI generativa. E questo, a lungo andare, potrebbe rivelarsi un problema. Prima o poi Apple dovrà fare i conti con il fatto che Meta ha da poco lanciato la nuova generazione del suo modello linguistico Llama, e che Samsung sta lentamente integrando l’intelligenza artificiale nei suoi dispositivi. Insomma, il settore sta lentamente progredendo, e Apple sembra essere rimasta indietro, almeno per il momento. Pertanto, il fatto che stia testando il chatbot all’interno dell’organizzazione ci fa ben sperare su uno sviluppo futuro.
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di Chiara Crescenzi www.wired.it 2023-07-24 10:06:57 ,