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“Inauguriamo la Fabbrica Italiana
dell’Innovazione, realizzazione di un sogno di 12 imprenditori
napoletani che vogliono restituite ciò che hanno avuto da questa
città in una logica di sviluppo su due settori che sono
strategici per noi, la blue green economy e le industrie
creative e culturali”. Così Fabrizio Monticelli, presidente
della Fabbrica Italiana dell’Innovazione, spiega l’inaugurazione
del nuovo polo tecnologico a Napoli, in via Ponte dei Granili,
dove una volta c’era l’archivio storico dei documenti di Enel,
poi spostato alla esibizione d’Oltremare. Da oggi questa è la nuova
‘casa’ per le start up e i giovani con idee sullo sviluppo della
Green e Blue Economy e delle Industrie Culturali e Creative, un
punto di riferimento per l’intero sistema dell’innovazione, a
livello regionale, nazionale e internazionale.
“Partendo dalla valorizzazione del nostro patrimonio – ha
spiegato Monticelli – possiamo creare un futuro e uno sviluppo
importante per le nuove generazioni. Fabbrica Italiana
dell’Innovazione è un incubatore di start-up e di spin-off,
concentra l’analisi dei fabbisogni che vengono da questi settori
per farle diventare iniziative di sviluppo, al passo con le
nuove tecnologie sempre più pervasive in ogni parte della nostra
società e garantendo ai ragazzi la possibilità di rimanere a
Napoli”.
Nel giorno dell’inaugurazione ufficiale ci sono cinque startup
e 20 postazioni di co-working di neonate start up in ciclo di
incubazione. “Stiamo creando – dice il presidente – le
condizioni affinché i giovani rimangano a Napoli, possano
lavorare sulle tecnologie emergenti e a contatto con le grandi
aziende, senza doversi spostare. Questo è il nuovo paradigma e
sta funzionando bene: le grandi aziende stanno facendo una
profonda operazione in Italia sugli asset strategici,
specialmente quelli digitali. Ma la risorsa primaria di cui
hanno bisogno sono le risorse umane, avere giovani laureati che
possono essere elemento propulsivo per le idee”.
A curare il lancio della Fabbrica è stato Vincenzo Lipardi,
direttore generale del Polo, che fornisce le cifre: “Questo
incubatore internazionale è di 2500 metri quadri e in questo
momento noi ne abbiamo aperti circa 1200, la metà, che ospitano
cinque startup già attive. Non abbiamo interesse a riempirlo
subito perché l’obiettivo è anzitutto un lavoro di qualità. Le
prime cinque sono molto legate ai settori della Blue Economy, e
le nuove 20 legate alle industrie culturali e creative, frutto
di un programma condotto insieme al Comune di Napoli, la ‘Casa
delle Tecnologie Emergenti’, progetto su cui lavoriamo e che si
realizzerà poi nell’Albergo dei Poveri”.
Ma il vero obiettivo, chiarisce Lipardi, “è riportare San
Giovanni a Teduccio a essere un luogo industriale, provando a
costruire questa ‘scatola’ in cui lavorare tutti assieme. Il
prossimo obiettivo ora è per l’autunno 2025: inaugurare il San
Giovanni Innovation District Festival, un vero e proprio
festival sulle nuove realtà produttive, unendo economia e terzo
settore”.
La “Fabbrica Italiana dell’Innovazione” è finanziata dalla
Bcc Campania guidata da Amedeo Manzo: “Siamo l’unica banca col
brand Napoli che raccoglie e investe – ha detto – su questo
territorio. Non raccogliamo soltanto depositi, anche grida
d’allarme che chiedono sostegno: perciò investiamo su attività
di carattere, di energia, di idee oltre che di finanziamenti.
Oggi stiliamo il primo bilancio perché non basta dichiarare le
cose, bisogna farle”.
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