Author: Eugenio Cau
Data : 2023-03-10 14:26:44
Dominio: www.ilpost.it
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L’Iran e l’Arabia Saudita, due dei principali paesi del Medio Oriente che per anni hanno avuto rapporti conflittuali e la cui rivalità ha definito una parte importante degli avvenimenti della regione, venerdì hanno annunciato che, dopo sette anni, ristabiliranno le relazioni diplomatiche e riapriranno le loro ambasciate nelle rispettive capitali.
L’accordo è stato annunciato in maniera congiunta dalle agenzie di stampa ufficiali dei due paesi ed è per molti versi storico: l’Iran, governato da una teocrazia sciita, e l’Arabia Saudita, governata da una monarchia assoluta sunnita, sono da anni coinvolti in aspre rivalità e, per la loro grandezza e importanza, sono spesso stati considerati come i principali antagonisti in molte questioni diplomatiche e conflitti regionali. Per questo, un loro eventuale riavvicinamento potrebbe avere effetti estremamente rilevanti in tutto il Medio Oriente, e non solo.
Un altro elemento importante di questo accordo riguarda il fatto che è stato siglato in Cina, a Pechino, alla presenza del capo della diplomazia cinese Wang Yi. La Cina ha buoni rapporti con entrambi i paesi (al contrario degli Stati Uniti, che sono alleati dell’Arabia Saudita ma non dell’Iran), e per il governo cinese il fatto di aver patrocinato l’accordo è un’importante vittoria, e un segnale del peso crescente della sua diplomazia in varie parti del mondo. Negli scorsi anni Arabia Saudita e Iran avevano tenuto negoziati anche in Iraq e in Oman.
I governi dei due paesi, secondo il comunicato ufficiale, avranno due mesi di tempo per riaprire le proprie ambasciate e gestire il ritorno degli ambasciatori. Inoltre hanno acconsentito a riattivare un accordo di sicurezza reciproca che era stato sospeso sette anni fa, dopo la rottura dei rapporti diplomatici, e hanno concordato i princìpi di rispetto della sovranità degli stati e di non interferenza negli affari interni.
La rivalità tra Arabia Saudita e Iran va avanti di fatto da decenni, per ragioni sia politiche sia religiose, ma la rottura delle relazioni diplomatiche era avvenuta nel 2016, quando l’Iran aveva richiamato il suo ambasciatore dopo che l’Arabia Saudita aveva condannato a morte l’importante religioso sciita Nimr al Nimr. Al tempo ci furono enormi proteste in Iran, e l’ambasciata saudita a Teheran fu data alle fiamme.
Da allora le cose sono andate via via peggiorando e i due paesi hanno sostenuto parti opposte in vari conflitti regionali. L’esempio più evidente è quello della guerra civile che va avanti in Yemen dal 2014, in cui l’Iran ha sostenuto e armato i ribelli Houthi, mentre l’Arabia Saudita è una stretta alleata del governo locale che li combatte. Negli scorsi anni, tra le altre cose, gli Houthi hanno compiuto attacchi anche sul suolo saudita, usando armi che erano state fornite loro proprio dall’Iran.
L’Arabia Saudita, inoltre, è da sempre preoccupata dai tentativi dell’Iran di ottenere armi atomiche. Anche per questo, il regime saudita si era avvicinato negli ultimi anni al governo di Israele, principale nemico dell’Iran nella regione. La teocrazia iraniana non ha mai riconosciuto il diritto di Israele a esistere, e negli anni ha finanziato e sostenuto e finanziato numerosi gruppi armati avversari degli israeliani, come Hamas ed Hezbollah. Israele d’altro canto ha compiuto nel corso degli anni numerose operazioni militari sotto copertura in Iran, mirate soprattutto a cercare di danneggiare e rallentare il programma nucleare iraniano.
Per questo un’alleanza tra Israele e l’Arabia Saudita, entrambi duri avversari dell’Iran, era sembrata estremamente probabile: l’Arabia Saudita continua a non avere relazioni diplomatiche formali con Israele, ma mantiene rapporti informali piuttosto stretti. Non è chiaro adesso come il ristabilimento dei rapporti tra Arabia Saudita e Iran potrà cambiare le cose.
Non è chiaro nemmeno quanto sarà profondo questo riavvicinamento tra sauditi e iraniani. I due paesi per ora hanno deciso di riaprire le rispettive ambasciate e hanno riattivato alcuni vecchi accordi, ma non è chiaro se le relazioni si estenderanno ulteriormente anche sul piano dell’economia e della sicurezza.
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di Eugenio Cau
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