Un’indagine della Procura federale della Figc scuote il mondo arbitrale. Sono stati infatti fermati, in via cautelare, tre arbitri e quattro assistenti in merito ad un’inchiesta su presunte alterazioni sui rimborsi spese.
Aia: “Inviati tutti i documenti”
La conclusione del lavoro di indagine dei pm federali, cominciato oltre un mese fa, è atteso a giorni. A seguito di una segnalazione, in accordo con la presidenza dell’Aia, la Figc si è subito attivata promuovendo un’indagine interna ad ampio spettro per verificare eventuali irregolarità amministrative nella rendicontazione dei rimborsi a qualsiasi livello. L’Associazione Italiana degli Arbitri (AIA) ha dunque sospeso momentaneamente le persone coinvolte, pubblicando anche una nota sul proprio sito: “In attuazione dell’obiettivo della massima trasparenza associativa e come già comunicato su questo sito nei giorni scorsi, la nuova governance dell’Aia ha avviato audit interni amministrativi e contabili sulla conformità dei rimborsi-spese erogati per attività tecniche ed associative. All’esito di tali controlli, riscontrate delle incongruenze contabili nella compilazione dei rimborsi spese redatti da alcuni associati, la presidenza dell’Aia ha inviato tutta la relativa documentazione alla Procura Federale della Figc in data 21 aprile scorso. Nelle more della conclusione delle indagini federali, tutti gli associati coinvolti nella vicenda sono stati sospesi dall’attività tecnica in via cautelare”.
Era da tempo che girava la notizia, riferita alle precedente gestione arbitrale (Nicchi): ora il nuovo n.1 dell’Aia, Trentalange, ha mandato subito le carte alla Procura Figc per fare chiarezza. Un altro scandalo dopo quello denunciato da Repubblica sui voti per fare promuovere gli arbitro. In questo caso, pare che gli indagati siano sette: qualcuno potrebbe parlare. Se fossero condannati (ritiro tessera), il procuratore federale Chinè sarebbe obbligato a trasmettere gli atti alla Procura della Repubblica che aprirebbe un fascicolo per il reato di truffa e la Figc potrebbe costituituirsi parte civile per danno di immagine. Una nuova Rimborsopoli.