di Gabriele Cruciata
Tra il 19 e il 23 giugno a Vienna si terrà la prima conferenza delle parti sottoscrittrici del Trattato sulla proibizione delle armi nucleari (in inglese: Tpnw). Si tratta di un trattato internazionale stipulato dalle Nazioni Unite già nel 2017 ed entrato in vigore il 22 gennaio del 2021. Ad oggi il Tpnw è l’unico accordo internazionale che ha come obiettivo la messa al bando non solo dell’utilizzo delle armi nucleari, ma anche di un’ampia gamma di attività a esse legate, tra cui la minaccia dell’uso, lo sviluppo, il possesso e lo stoccaggio.
Il trattato al momento è stato firmato solamente da 86 stati, tutti sprovvisti di arsenale nucleare e tendenzialmente di scarso peso geopolitico. Tra questi vi sono la Namibia, la Giamaica, il Botswana e l’Uruguay. Nessun paese membro della Nato ha aderito, ma Germania e Paesi Bassi invieranno dei rappresentanti. Uno degli obiettivi della conferenza di Vienna è dunque proprio quello di stimolare un dibattito più ampio intorno alla dismissione degli arsenali nucleari. Tra i relatori vi saranno esponenti di ong umanitarie e impegnate a favore del disarmo nucleare, ma anche governativi, tra cui il ministro neozelandese per il disarmo Phil Twyford e l’ambasciatrice del Costa Rica Maritza Chan.
I primi due giorni dell’evento saranno dedicati all’Ican Nuclear Ban Forum, che riunirà alcuni dei massimi esperti sul cambiamento e l’innovazione sociale per discutere il problema degli armamenti nucleari, e alla Conferenza sull’impatto umanitario delle armi nucleari organizzata dal governo austriaco per focalizzare l’attenzione pubblica sul tema. Negli ultimi tre giorni di evento ci sarà poi la prima conferenza degli Stati Parti del trattato.
Per l’Italia
L’unica realtà italiana presente sarà Etica Sgr, una società di gestione del risparmio nata nel 2000 e facente parte del gruppo Banca Etica. “Da sempre proponiamo esclusivamente fondi comuni sostenibili con approccio etico”, ha spiegato a Wired Ugo Biggeri, presidente dell’azienda ed ex presidente di Banca Etica. Secondo Biggeri “con la fine della Guerra Fredda abbiamo assistito a un progressivo calo dell’interesse pubblico verso il tema del disarmo nucleare, e uno degli obiettivi della Conferenza è proprio quello di riaccendere una luce sull’argomento”.
Il Trattato sulla proibizione delle armi nucleari è una versione aggiornata e modernizzata del trattato di non proliferazione nucleare (Tnpn) stipulato già nel 1968 e firmato dal alcune superpotenze dell’epoca tra cui l’Unione Sovietica, gli Stati Uniti e il Regno Unito. Ma nonostante gli 11 articoli del trattato proibissero di procurarsi e di trasferire armi nucleari, nei quindici anni successivi vi fu una grande proliferazione di tali armi. Ciò avvenne principalmente alla luce della cosidetta Mad, la teoria della distruzione mutua assicurata, secondo cui l’aumento delle testate nucleari avrebbe garantito la pace per paura di una mutua distruzione tra Stati.
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www.wired.it
2022-06-14 05:00:00