Secondo Paolazzi, a ringraziare sarà l’umanità. Il confronto tra privati permetterà infatti il passaggio dall’industria specializzata nel settore spaziale a una vera e propria economia dello spazio, capace di coinvolgere un numero sempre maggiore di settori. Processi sempre più innovativi riguarderanno per esempio le trasmissioni radio, la banda larga, le connessioni di apparecchi mobili e il monitoraggio terrestre.
Allo stesso tempo, si svilupperanno secondo l’economista una serie di nuove attività, tra le quali lo studio sulla microgravità, il fotovoltaico spaziale, lo sfruttamento minerario, le stazioni spaziali commerciali e il turismo. Risvolti virtuosi interesseranno poi l’ambiente: lo studio di Paolazzi dimostra infatti che l’esplorazione dello spazio darà all’uomo conoscenze che potranno essere messe a frutto sulla Terra per decontaminare le aree nucleari, nonché negli interventi di emergenza, nelle miniere, sui fondali marini e lungo le coste, in agricoltura.
Ad aumentare in maniera esponenziale sarà poi la sensibilità dei sistemi di geolocalizzazione, che raggiungeranno una precisione anche tre volte superiore rispetto a quella attuale. Di questo beneficeranno, per fare alcuni esempi, le previsioni del tempo, il soccorso, l’intrattenimento. Anche la medicina è destinata inoltre a fare passi da gigante, mediante una maggiore diffusione di informazioni e di terapie via internet.
Nel suo studio, Paolazzi non sottolinea solo gli aspetti positivi che il processo potrebbe portare con sé, ma mette anche in guardia dai possibili rischi. L’economista cita, in questo senso, gli investimenti costosi e a lungo termine, le incertezze legate alla regolamentazione del settore e il tasso elevato di fallimento dei lanci con persone a bordo, che oggi tocca il 2% contro lo 0,000001% dei voli aerei tradizionali. Costituirebbe infine una minaccia sia per le missioni spaziali, sia per l’ambiente, l’aumento dei detriti spaziali.
In questa sfida al futuro, un ruolo importante potrebbe ritagliarselo l’Italia, che già fu il terzo paese al mondo a mettere in orbita un satellite, dopo Unione Sovietica e Stati Uniti. Seguendo la Francia e la Germania, il Belpaese è infatti il terzo maggior contributore dell’Agenzia spaziale europea (Esa) e nel settore aerospaziale ha deciso di investire seriamente anche allocandovi 880 milioni con il Pnrr.
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di Alessandro Patella www.wired.it 2023-04-09 11:00:00 ,