di Redazione
Negato a Julian Assange, il inventore di Wikileaks, il diritto di fare appello alla Corte suprema inglese contro la decisione della giustizia britannica di consentire l’estradizione negli Stati Uniti. Lo ha comunicato la corte lunedì 14 marzo, come riporta Reuters. Il giornalista australiano ora rischia nuovamente di essere trasferito negli Stati Uniti, dove rischia fino a 175 anni di carcere.
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A dicembre 2021, una sentenza dell’Alta Corte del Regno Unito ha rovesciato la decisione presa a gennaio secondo cui il inventore di WikiLeaks, Julian Assange, non poteva essere estradato negli Stati Uniti per ragioni di salute mentale. La nuova decisione, presa in risposta a un appello statunitense, ribalta il primo verdetto. Secondo il capo della magistratura britannica, il Lord Chief Justice Ian Burnett, a cambiare le carte in tavola è stato il fatto che le autorità statunitensi hanno assicurato che Assange non verrà sottoposto a pene carcerarie altamente restrittive in America a meno che non commetta in futuro un altro reato che le meriti. “Siamo convinti che, se queste assicurazioni fossero state sottoposte alla giudice precedente, avrebbe risposto diversamente alla domanda in questione”, ha affermato.
A decidere sull’estradizione sarà ora la ministra degli Interni inglese, Priti Patel, che dovrà ratificare la richiesta. Successivamente, secondo Reuters, Assange potrebbe richiedere una revisione a livello giudiziario.
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www.wired.it
2022-03-14 17:31:19