Si è conclusa, con la sentenza della Corte d’Appello di Napoli Prima sezione penale, la lunga vicenda giudiziaria – risalente alla primavera del 2010 – che ha visto coinvolti, tra i diversi imputati, anche due medici, Alfredo Irollo, professionista ben noto in Penisola Sorrentina, e Paolo Giacometti. I due sanitari, il primo direttore sanitario e il secondo primario del reparto di ginecologia dell’Ospedale “Capilupi” di Capri, erano stati condannati dal Tribunale di Napoli a tre anni di reclusione in ordine ad un episodio di peculato, ed il secondo alla pena complessiva di sei anni di reclusione per due episodi di peculato, commessi a distanza di pochi giorni l’uno dall’altro nel maggio del 2010, oltre alla pena accessoria, per entrambi, dell’interdizione dai pubblici uffici. I primi giudici avevano aderito alla richiesta di condanna del pubblico ministero ritenendo provata l’ipotesi accusatoria secondo la quale, relativamente al primo episodio, i due sanitari, in concorso tra loro, avevano sottratto dall’infermeria dell’ospedale un flacone di medicinale, Cervidil, per consegnarlo ad una paziente in stato di gravidanza, per indurla all’aborto. Il secondo episodio, contestato al solo Irollo, era inerente alla sottrazione di un medicinale anabolizzante che sarebbe stato consegnato ad altra persona per “dopare” dei cani da corsa. La Corte d’appello, accogliendo la tesi difensiva degli avvocati di Irollo, Claudio D’Isa, subentrato nel giudizio di appello, e Guido Sciacca, ha ribaltato la decisione di primo grado, ritenendo l’insussistenza del fatto. Grande soddisfazione da parte dei medici assolti usciti da un incubo durato oltre dieci anni, nel corso dei quali, protestando la propria innocenza, nonostante la condanna in primo grado, hanno sempre avuto fiducia nella giustizia, scrollandosi ora di dosso un perdurante stato d’ansia.
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di Redazione
www.metropolisweb.it
2022-04-10 16:16:38 ,