Ricorda un po’ la famosa serie manga Galaxy Express 999, in cui un treno volante viaggiava attraverso la Via Lattea. Solamente che al posto del treno, due scienziati dell’Università Nazionale Taras Shevchenko di Kiev (Ucraina) hanno proposto come mezzo di trasporto gli asteroidi che passano vicino alla Terra, i cosiddetti Neo (near-Earth objects). La loro idea, infatti, sarebbe proprio quella di usarli per intraprendere i viaggi nello Spazio e permetterci così di esplorare pianeti vicini, come Marte e Venere e, al tempo stesso, proteggere gli astronauti dalle radiazioni cosmiche. I dettagli del loro studio sono stati pubblicati su ArXiv.
Il problema delle radiazioni
Gli alti livelli di radiazioni provenienti dal Sole e dai raggi cosmici rappresentano una delle principali preoccupazioni per gli astronauti che intraprendono lunghi viaggi nello Spazio. Rispetto al percorso per raggiungere la Stazione spaziale internazionale, “andare su Marte e tornare raddoppia o triplica la quantità di tempo in cui le persone sono esposte alle radiazioni”, ha spiegato al New Scientist Matthew Gill dello Space Radiation Services nel Regno Unito. “Non stiamo parlando dei livelli di radiazioni di Chernobyl, ma ci sarà una maggiore probabilità di sviluppare neoplasie nel corso della loro vita”.
All’interno di un asteroide
Per proteggersi da queste radiazioni, una soluzione a cui la scienza sta lavorando è di costruire una navicella spaziale provvista di una schermatura aggiuntiva. Ma anche quella di viaggiare all’interno di un asteroide, secondo gli autori del nuovo studio, potrebbe essere una valida alternativa. “È più conveniente utilizzare un materiale alternativo che già fluttua nello Spazio”, ha suggerito Arsenii Kasianchuk, autore dello studio insieme a Volodymyr Reshetnyk. Per giungere a questa conclusione, i due ricercatori hanno analizzato le orbite di ben 35mila asteroidi vicino alla Terra (Neo) per vedere se qualcuno potesse essere utilizzato per missioni interplanetarie da qui al 2120. In particolare, hanno cercato asteroidi che passassero abbastanza vicino alla Terra, a Marte e a Venere su cui un veicolo spaziale potesse facilmente atterrare e ripartire.
Asteroidi come treni
Dalle analisi, i ricercatori hanno selezionato 120 candidati asteroidi, alcuni dei quali passano regolarmente accanto ai pianeti, mentre altri sono un po’ meno frequenti. L’idea è che gli astronauti viaggino su un asteroide verso una destinazione, come dalla Terra a Marte, e poi aspettino che un altro asteroide passi nella direzione opposta per il viaggio di ritorno. “Gli asteroidi in questo caso sono davvero come i treni”, ha commentato Kasianchuk. Ad esempio, hanno calcolato che un asteroide passerà dalla Terra a Venere e Marte in 230 giorni nel 2079 e un altro tornerà nella direzione opposta nel 2080, offrendo l’opportunità di visitare entrambi i pianeti in un’unica missione.
Le sfide pratiche
Sebbene l’idea debba essere ulteriormente studiata e approfondita, ci sarebbero notevoli sfide da dover subire oggi. Ad esempio, eguagliare la velocità di un asteroide in decesso per atterrare sulla sua superficie sarebbe molto difficile. “Stiamo parlando di velocità fino a 30 chilometri al secondo”, ha spiegato Colin Snodgrass dell’Università di Edimburgo, “che richiedono una quantità enorme di carburante”. Anche trovare un modo per inserire una navicella all’interno di un asteroide sarebbe un compito assai complesso. “C’è un intero mondo di cose che sono tecnologicamente impegnative nello scavare buchi nel mezzo degli asteroidi”, ha continuato l’esperto. La soluzione a quest’ultimo problema, come suggeriscono i due autori, potrebbe essere quella di lanciare prima un dispositivo che scavi un tunnel nell’asteroide e in cui poi il veicolo spaziale potrebbe atterrare. Sebbene quindi ci sia ancora molto lavoro da fare, la speranza dei ricercatori è che nei prossimi anni si possano trovare sempre più asteroidi da poter utilizzare per i viaggi interplanetari.