Atalanta, la grande festa per l’entrata nella Storia – Calcio

Atalanta, la grande festa per l’entrata nella Storia – Calcio


BERGAMO — Piazza Vittorio Veneto, provincia di Dublino. Bergamo, sì, ma per i 15 mila che sabato sera sono scesi in piazza per scaldare a distanza la Dea con il loro tifo e scaldarsi con la tripletta di Lookman che suggella la vittoria da sogno sul Bayer Leverkusen e porta a casa il trofeo dell’Europa League, è come essere sugli spalti dell’Avia Stadium. E che importa se in Irlanda, tra un charter e l’altro, sono arrivati solo in 7 mila? Qui nel cuore della città bassa – due schermi perché uno guarda alla Stazione e l’altro, come si conviene alla città sempre sdoppiata, a Bergamo Alta – sono il doppio, anzi di più, mentre dopo il fischio dell’arbitro intere famiglie si riversano in strada e chissene se domani è giorno di lavoro come al solito e bisogna alzarsi presto.

Del resto quando ricapita questa gioia di essere tutti in piazza a festeggiare un traguardo inseguito, a vedere il mister, il Gasp, che – ovazione – in diretta da Dublino “dedico questa vittoria alla città di Bergamo”, a scrutare le lacrime del presidente, il re dei centri commerciali Antonio Percassi che si conferma vero eroe cittadino. In campo a Dublino invadono il campo le famiglie dei giocatori, il sindaco Gori selfeggia scapigliato da bordo campo: “Grazie Presidente, grazie Gasp, ci avete regalato un’emozione che ricorderemo tutta la vita!”. Orgoglio nerazzurro: “Non ci ricordavamo più l’emozione di alzare una coppa”, le voci dalla piazza. L’entusiasmo, ma anche un understatement tutto orobico: come sono stati questi 90 minuti, chiede a una giovane tifosa l’intervistatrice di Bergamo Tv? “Intensi”.

I bergamaschi e non solo loro: l’incantesimo nigeriano dei tre gol rifilati a chi non perdeva una partita da 51 turni risvegli anche la non indifferente comunità di immigrati che vive e lavora in una delle città più produttive d’Europa: “Proud to be Nigerian”, si sente tra gli accenti autoctoni. Domani si torna a lavorare, i pulmini carichi di “magut”, i muratori che dalle valli bergamasche edificano tutta la Lombardia, partiranno più tardi delle solite cinque del mattino o forse non partiranno proprio. Del resto qui in piazza Vittorio Veneto, per una sera sulle sponde del Liffey, chi può andare a letto per interrompere con il sonno il sogno più bello?



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