C’ la guerra in Ucraina e la guerra sulla Rete: i servizi segreti italiani, usando fonti della Nato, ha avvisato il governo che nei giorni scorsi gruppi di soldati cibernetici cinesi si sono schierati a fianco di russi e bielorussi in un attacco informatico contro i siti ucraini
Soldati cibernetici cinesi si sono schierati a fianco di russi e bielorussi contro siti ucraini. C’ la guerra sul campo e quella sulla Rete, dove eserciti senza divisa hanno ormai un ruolo determinante nei conflitti. E quando mercoled il segretario al Tesoro americano Janet Yellen ha accusato Pechino di essere vicina a Mosca e di mettere in atto pratiche che danneggiano ingiustamente la sicurezza nazionale di altri Paesi, Palazzo Chigi sapeva a cosa si stava riferendo. L’intelligence italiana — usando fonti della Nato — aveva avvisato il governo che nei giorni scorsi gruppi di hacker riferibili a entit statuali cinesi avevano partecipato ad un attacco informatico contro Kiev, insieme ad operatori russi e bielorussi.
Ecco un’ulteriore prova — semmai ce ne fosse bisogno — del coinvolgimento della Cina nel conflitto, dell’appoggio offerto da Xi Jinping all’operazione speciale militare di Vladimir Putin in Ucraina. Il tentativo di Pechino di respingere la tesi distorta e diffamante dell’Amministrazione americana e di ribadire il proprio ruolo costruttivo nella crisi, si scontra con le tracce lasciate (anche) dai suoi soldati nel corso di un assalto cibernetico su larga scala. Secondo il report in possesso delle autorit italiane, infatti, l’operazione ha colpito numerosi centri di Kiev. Seguendo le impronte lasciate sul terreno, gli esperti informatici del Patto Atlantico sono risaliti ai cinesi: tre diversi gruppi identificati con i nomi di Scarab, Curious Gorge e Mustang Panda, durante la missione si sono concentrati sui siti governativi ucraini della Difesa, delle Infrastrutture e della Finanza. Mentre i russi e un gruppo bielorusso prendevano di mira il comparto industriale e quello aerospaziale, le telecomunicazioni e il settore petrolifero. Una vera e propria guerra, ma senza il rumore delle armi. Tanto che venerd il direttore della Cia William Burns ha continuato a puntare l’indice contro la Cina, definita il partner silente della Russia. Lo testimoniano d’altronde i dati raccolti dalla Nato e riprodotti in uno schema illustrativo dell’attacco: l si nota anche un sorprendente riferimento al Brasile, collegato a un Monday group che nella missione ha avuto il compito di colpire i siti universitari…
Tanto basta per capire che da parte degli invasori non c’ alcuna volont di accettare — almeno per ora — soluzioni diplomatiche. Perci era amaro il commento che il ministro della Difesa Lorenzo Guerini ha confidato ad un collega di governo, a fronte delle critiche strumentali di quanti in Italia sostengono che Roma non stia facendo nulla per il processo di pace: Come se noi volessimo la guerra. Se solo sapessero…. Certo, ancora ieri il titolare della Farnesina ha ribadito che bisogna lasciare sempre aperto il canale con la Russia, perch l’unico modo per alimentare il dialogo tra le parti. Ma la drammaticit della situazione impone di accettare la realt dei fatti. Noi non tifiamo per il conflitto, ha detto Di Maio. E tuttavia l’esecutivo si prepara a procedere con un nuovo decreto per l’ulteriore invio di armi alla resistenza di Kiev. Ci sar nei prossimi giorni, ha confermato il sottosegretario alla Difesa Giorgio Mul: una questione di stringente attualit. Le truppe di terra russe si ammassano infatti ai confini orientali dell’Ucraina e secondo le note di aggiornamento dell’intelligence Atlantica, l’avvio dell’offensiva putiniana in quella zona stimato non prima dell’ultima settimana di aprile.
La presenza di Pechino nelle operazioni di hackeraggio al fianco della Russia un segno di novit che non stupisce pi di tanto l’Italia: l’analisi prevalente che la Cina sia consapevole di star perdendo la sua gallina dalle uova d’oro. Cio quella globalizzazione che da inizio secolo le ha consentito di incrementare in modo esponenziale la sua economia senza dover pagar dazio, sui temi dei diritti civili, della libert, della democrazia: Questo giocattolo si rotto e loro sanno che ne pagheranno duramente le conseguenze.
15 aprile 2022 (modifica il 15 aprile 2022 | 22:45)
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Francesco Verderami , 2022-04-15 20:25:44
www.corriere.it