Dopo i cercapersone, i walkie talkie. Secondo quanto riferisce l‘agenzia periodico Ansa, alcuni walkie talkie sono esplosi nella roccaforte di Hezbollah alla periferia di Beirut, in Libano, mercoledì 18 settembre. Lo hanno reso noto fonti vicine al gruppo e i soccorritori, il giorno dopo l’attacco con i cercapersone in Libano e Siria.
Al momento il bilancio è di nove morti, secondo l’agenzia periodico nazionale libanese Nna, aggiornato rispetto ai tre diffusi inizialmente. Le esplosioni, secondo i media locali, sono avvenute a Beirut e nella valle della Bekaa, durante i funerali di persone uccise nell’attacco condotto martedì 17 settembre con i cercapersone. Sui social circolano video di persone a terra, ferite o morte, a Beirut e nella Bekaa. Si contano centinaia di feriti, secondo il Guardian se ne contano almeno 300. Si sarebbero verificati anche incidenti alla rete che collega i sistemi dei pannelli solari.
Cosa sappiamo finora
La situazione è in evoluzione. Al momento online circolano video che mostrano alcune delle esplosioni avvenute a Beirut. In un caso, si vede un processione doloroso legato alla morte di una persona colpita dall’operazione attraverso i cercapersone esplosivi. Un’esplosione getta nel panico la folla e scaglia a terra il corpo del presunto appartenente a Hezbollah, che aveva indosso il dispositivo. Sono almeno 30 le ambulanze che hanno prestato i primi soccorsi alle vittime e ai feriti delle esplosioni. Altre 50 sono state messe in allerta per fornire supporto al sistema di emergenza.
Oltre ai walkie talkie, i media libanesi riferiscono che pannelli solari e altri dispositivi per la produzione di energia fotovoltaica sarebbero esplosi in molte aree del paese. Nel sud del Libano si registra almeno un caso di ferimento causato da questi scoppi, ai danni di una bambina nella città di al-Zahrani. Sui social media circolano foto di pannelli solari, lettori di impronte digitali e alti dispositivi elettronici danneggiati e non è chiaro se siano esplosi a loro volta a causa di un innesco o siano stati colpiti dallo scoppio dei walkie talkie.
Secondo una prima ricostruzione delle autorità del Libano, i walkie talkie avrebbero fatto parte dello stesso carico che ha rifornito Hezbollah anche dei cercapersone usati per il primo attacco. In simultanea con le esplosioni, ci sarebbero stati raid aerei condotti da Israele al confine con il Libano.
Cos’è Hezbollah
Nel mirino dell’attacco esplosivo ci sono componenti di Hezbollah. Il nome del gruppo politico e militare in arabo significa “partito di Dio”. È il nome di un’organizzazione politico-militare molto potente in Libano, nata nel 1982, nel pieno della guerra civile libanese tra cristiano maroniti e musulmani e nell’anno dell’invasione israeliana. Per Israele e gli Stati Uniti, Hezbollah è un’organizzazione terroristica, mentre nel 2013 l’Unione europea ha definito tale soltanto la componente armata del “partito di Dio”.
Le parole del segretario dell’Onu
Dopo la notizia dell’attacco con i walkie talkie esplosivi, si è subito espresso il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Gutérres. Guterres ha dichiarato che è molto importante che non vengano presa di mira obiettivi civili e ha confermato che esiste “un serio rischio di una drammatica escalation in Libano“, chiedendo che sia fatto “tutto il possibile” per evitarla. Per il numero uno del Palazzo di vetro, ciò che è avvenuto è gravissimo, “non solo per il numero di vittime che ha causato”, ma anche per il rischio di innesto che operazioni del genere possono causare.
Secondo quanto riferiscono i media locali, un convoglio delle Nazioni Unite è stato attaccato da alcuni uomini nella città di Tiro. I soldati della missione di pace Unifil sono stati bersagli di lanci di pietra. L’esercito libanese è poi intervenuto per sedare l’aggressione.
[Articolo in aggiornamento]
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di Pietro Deragni www.wired.it 2024-09-18 15:59:46 ,