Author: Felice Cavallaro
Data : 2022-12-04 12:10:29
Dominio: www.corriere.it
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Il governatore siciliano: «Servono misure compensative al Sud. Sono contro un’Italia a due velocità. Prima della riforma è necessaria la perequazione»
Forse non è il giorno giusto per parlare di «autonomia finanziaria differenziata», per contestare le posizioni dei governatori del Nord, visto che la Corte dei Conti ha appena bocciato la Sicilia con la sospensione del giudizio di parifica, rilevando un buco da 866 milioni. Non sarà il giorno giusto, ma non si sottrae l’ex presidente del Senato Renato Schifani, dal 25 settembre governatore della Regione Siciliana.
Nessun disagio alla guida di un’isola che l’autonomia ce l’ha da 76 anni e forse non l’ha usata bene?
«Chiariamo che la Corte dei Conti non ha contestato la Sicilia, ma ha impugnato un decreto legislativo firmato dal presidente del Consiglio e dal capo dello Stato nel 2019. Il decreto numero 159 che all’articolo 7 consente di spalmare l’eventuale debito in 10 anni. Sostiene invece la Corte che bisogna farlo in 3 anni. In questo caso nascerebbe la necessità di coprire 866 milioni, ma non è un buco».
Beh, dovreste comunque trovarli.
«Mi chiedo però come mai la Corte dei Conti non abbia impugnato la norma l’anno scorso. Se la ritiene incostituzionale, poteva farlo ben prima del mio arrivo, visto che mi sono insediato da appena due mesi».
I governatori del Nord, come Attilio Fontana e Luca Zaia, invocano l’autonomia finanziaria differenziata, mentre governatori del Sud come Vincenzo De Luca e Michele Emiliano, sono dubbiosi per il timore di veder sottrarre risorse al Mezzogiorno. Quasi un contropiede fra Nord e Sud. Ma anche fra centrodestra e centrosinistra. E lei, da governatore del centrodestra, con chi sta?
«Una premessa. Si possono rinvenire decine di mie dichiarazioni contro l’idea di una Italia a due velocità. Pur nel rispetto della Costituzione che prevede la possibilità per le regioni di invocare maggiore autonomia, ritengo che prima occorra una omogenizzazione degli aspetti infrastrutturali ed economici del Paese».
Fatta la premessa, si sente più vicino a Zaia e Fontana?
«No, a Emiliano e De Luca. Non solo per le coordinate geografiche legate alle condizioni sociali del nostro Mezzogiorno, ma anche per quanto dicono e fanno».
Vi siete sentiti?
«Ci incontriamo lunedì a Milano, con gli altri presidenti. E parleremo. Anche perché martedì a Monza tutti vedremo il capo dello Stato. E di questo occorre discutere».
Che cosa non le piace di Zaia e Fontana?
«Fanno battaglie per il loro territorio esaltando una capacità tributaria maggiore, ma su alcune funzioni essenziali come scuola e sanità non possono esistere professori e medici più pagati e quindi più motivati al Nord, a scapito del Sud».
Il ministro dell’Autonomia Calderoli, accanto a Zaia, venerdì a Venezia ha spiegato che «se l’obiettivo è l’equa divisione del malessere non ci stiamo» perché «autonomia significa assunzione di responsabilità». È un modo per dire che gli errori nel Sud non possono ricadere sul Nord?
«Se in passato gli amministratori del Sud non hanno fatto buon utilizzo delle risorse pubbliche non possono essere i cittadini di oggi e di domani a subirne le conseguenze. Questi ultimi hanno gli stessi diritti ad ottenere prestazioni omogenee».
Strade, ospedali, scuole…?
«Parlo di perequazione infrastrutturale del Paese. Di assenza di aree industriali, di alta velocità che non c’è. E del trasporto aereo, una vergogna che si specchia nel caro biglietti di questi giorni perché Ita e altri fanno cartello. Ma Ita è vettore a capitale pubblico. Inaccettabili biglietti da 500 euro a persona. Famiglie vessate. Il diritto alla mobilità non può essere diverso da Milano a Palermo».
Siamo al tema dell’insularità.
«Tema essenziale in una riforma dell’autonomia, ma assente nella bozza del ministro Roberto Calderoli, che dovrò incontrare al più presto su un punto chiave: il diritto delle regioni del Sud a misure compensative per la marginalità geografica, sociale e quindi economica».
3 dicembre 2022 (modifica il 3 dicembre 2022 | 22:26)
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