Le popolazioni native, come quella degli aborigeni dell’Australia, vengono spesso immaginate come comunità poco avvezze alla modernità. Niente di più sbagliato: i giovani nativi australiani usano i social network per diffondere la propria cultura. Nella nazione oceanica Instagram e l’agenzia governativa Screen Australia hanno creato un programma che mira a promuovere il talento dei nativi amplificando le voci degli aborigeni online, salvaguardando le tradizioni e informando i coetanei sulle disparità subite nel corso della storia.
I social network per raccontare tradizioni
Dopo il successo ottenuto nel 2021, Instagram e Screen Australia – ente governativo con sede a Sydney dedicato alla promozione della nazione – hanno promosso anche per il 2022 il progetto First Nations Creators Program pensato per i giovani discendenti delle popolazioni aborigene. Verranno selezionati fino a dieci creator emergenti per prendere parte a un intenso programma che fornisce formazione e finanziamenti, per rendere maggiormente inclusivo e diverso il panorama dei social australiani. Il progetto prevede sessioni di formazione e workshop su creatività, sicurezza e benessere, insieme a una guida ad hoc sulla produzione digitale e sulla strategia dei social media. Durante il programma, i creator riceveranno un finanziamento di produzione di 7.600 dollari australiani, circa 5mila euro, per aiutarli a creare Reels e contenuti per il loro account Instagram. Per candidarsi, i creatori devono avere più di 18 anni e appartenere alle comunità degli aborigeni o a quelle delle isole dello Stretto di Torres.
Il concorso organizzato dal sito di proprietà di Meta non è l’unico espediente con cui i giovani aborigeni si stanno facendo conoscere sul web. Account su TikTok e Twitter raccontano le difficoltà odierne e passate del popolo dei nativi. Oggi gli indigeni australiani sono circa 750mila, ovvero il 3% della gente totale. I danni causati dalla colonizzazione inglese nel 1770 sono ormai conosciuti, ma ancora oggi le persone aborigene subiscono una serie di discriminazioni sanitarie ed economiche rispetto agli altri cittadini australiani: svantaggi socioeconomici, ridotto accesso all’istruzione e all’assistenza sanitari.
Canali social come quello di Marlena Law, 260mila follower su TikTok, sono utili per raccontare agli iscritti la storia delle popolazioni native dell’Australia. L’attivista appartenente al popolo Wakka Wakka dello stato del Queensland, pubblica video educativi in cui racconta il passato della sua gente. Oltre alle difficoltà affrontate dagli antenati, Law adatta e racconta le leggende locali che vengono trasmesse oralmente da migliaia di anni, come racconta Bruce Chatwin ne Le vie dei canti.
Tradizioni virali
Samuel Stubbs è lo sportivo protagonista dell’account S.stubbs23, il quale è diventato virale in più occasioni grazie al suo impegno per diffondere la musica tradizionale aborigena. Per merito del suo didgeridoo ha contribuito a diffondere il suono del tipico strumento nelle tracce che i giovani follower usano per creare contenuti su TikTok. Artisti come Aretha Brown, del popolo Gumbaynggirr, mostrano su Instagram e Twitter i propri quadri ispirati alla tradizione degli aborigeni. Altri dipinti rappresentano le brutalità subite dai nativi nei decenni successivi alla colonizzazione. “Le persone indigene sono i più antichi narratori del mondo e i social media hanno reso la creazione e la condivisione di contenuti più facile che mai. Siamo entusiasti di collaborare con Instagram Australia in modo da poter identificare e coltivare nuove voci su questa piattaforma“, ha detto Penny Smallacombe di Screen Australia.
L’hashtag #blakaustralia, dall’appellativo blak con cui gli indigeni si definisco nella nazione oceanica, raggruppa contenuti informativi sulle diverse piattaforme. Nella corrispondente pagina di TikTok ha raggiunto 270mila view per merito di clip interattive in cui gli autori diffondono informazioni e fatti storici. “TikTok è una piattaforma in cui possiamo creare uno spazio per i nativi dove impegnarci ed educare. Per questo ho iniziato a raccontare la mia esperienza di donna blak. Il mio canale è esploso abbastanza rapidamente, in particolare tramite un video che ho realizzato raccontando un’interazione razzista che ho avuto con un autista“, ha raccontato la creator Meissa Mason, del popolo Wiradjuri, con quasi 7 milioni di follower. L’utilizzo dei social media sta consentendo ai giovani aborigeni di aggirare i media tradizionali, impegnarsi personalmente per presentare sé stessi e i popoli nativi e mantenere vive le tradizioni della loro storia millenaria.
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di Andrea Indiano www.wired.it 2022-08-21 05:00:00 ,