Le automobili hanno bisogno di una cura dimagrante e l’industria ha trovato il suo alleato nel carbonio. “Con l’avanzata dell’auto elettrica le vetture dovranno essere sempre più leggere per garantire le performance attuali. Sostituendo l’acciaio e l’alluminio con il carbonio, il peso totale di una macchina può calare anche del venti %”, spiega a Wired Luca Businaro, amministratore delegato di Novation Tech, società specializzata nella produzione di componenti di alta qualità in carbonio. L’azienda, che ha il suo quartier generale a Montebelluna in provincia di Treviso, è stata chiamata dal governo canadese per sviluppare nuove soluzioni con materiali compositi per rendere più performante il trasporto su strada. “Le singole componenti in carbonio, come bagagliai, cofani e sedili, pesano il trenta % in meno; ma questo materiale può essere utilizzato anche per realizzare il battery floor che ha una incidenza molto alta sul peso delle auto elettriche”, sottolinea Businaro.
Quella di Novation Tech è una storia di riconversione industriale. Nata nel 1967 e fattasi largo nel mercato della plastica per lo sportswear (è stata, infatti parte del gruppoNike tra il 1996 e il 2004), oggi è diventata “una delle prime cinque aziende in Europa” per la lavorazione dei materiali compositi. Nel 2022 ha realizzato 40mila tra sedili, cofani, alettoni e telai in fibra di carbonio per i marchi dell’automotive come Sabelt, Ferrari, Lamborghini, Aston Martin e McLaren.
“Il percorso di cambiamento parte nel 2007. L’azienda all’epoca faceva produzione per conto terzi di componenti per lo sport, dalle suole per le scarpe da calcio o alpinismo, agli attacchi per lo snowboard”, racconta Businaro. Il cambio di rotta è arrivata nel 2017: “Dopo anni di test abbiamo cominciato a lavorare sulle componenti estetiche in carbonio nel settore dell’automotive. Dai 23milioni di fatturato che avevamo all’epoca, con trecento dipendenti, siamo saliti fino ai 100milioni che raggiungeremo nel 2023, con 1.300 dipendenti e stabilimenti in Ungheria, Croazia e Italia”.
Ormai il “novanta %” dei ricavi dell’azienda arrivano dall’automotive, il resto dal ciclismo e dall’occhialeria, “perché possediamo alcuni brevetti per la produzione di occhiali in carbonio. Oltre che dalla nicchia dell’aeronautica, con la realizzazione degli schienali per gli Airbus”, aggiunge il manager.
Brevetti, lavoro a mano e stampa 3D
Novation Tech acquista la materia prima da Italia, Inghilterra, Stati Uniti ed Estremo oriente. Poi lavora il carbonio negli stabilimenti, a partire dall’headquarter trevigiano. Gli strati di carbonio – spiegano dalla società – vengono modellati a mano sullo stampo solo dopo mesi di formazione del personale dato che l’imperfezione non è accettata. Forte dei suoi dodici brevetti, Businaro continua a scommettere sull’innovazione, anche attraverso l’utilizzo della stampa additiva 3D, che permette di realizzare stampi isotropi per la produzione in serie, tagliando fino all’80% i tempi per la realizzazione di stampi e del 90% il lavoro manuale necessario. Un sistema che può eliminare i colli di bottiglia nella produzione di fibra di carbonio, consentendo la produzione di stampi personalizzati, utensili master, mandrini, maschere e attrezzature tailor made.
Un mondo in evoluzione nel quale Businaro vuole crescere ancora: “Noi siamo sempre cresciuti per linee interne, solo quest’anno abbiamo fatto una acquisizione. Oggi il nostro mercato è l’Europa e prevedo una crescita incredibile in questo continente nei prossimi dieci anni. Il settore in cui operiamo aumenterà il proprio giro d’affari perché c’è sempre più la necessità di alleggerire qualsiasi cosa: automobili, motociclette o biciclette”.
Per Businaro “il sogno nel cassetto è sbarcare in un altro continente che ci permetta di migliorare, magari facendo negli Stati Uniti quello che stiamo realizzando in Europa. Penso che possa avvenire nei prossimi tre o cinque anni: ci stiamo già lavorando. In America c’è un mercato enorme e le nicchie in cui operiamo, lì sono pronte a decollare. C’è tanto spazio e in Italia con le nostre tecnologie siamo dieci anni avanti”.
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di Michele Chicco www.wired.it 2023-10-22 15:00:00 ,