Author: Cesare Zapperi
Data : 2022-12-06 07:20:04
Dominio: www.corriere.it
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Il presidente della Regione Veneto: convergenze tra i colleghi, ora si chiuda. Per il Pnrr bisognerebbe creare un salvadanaio per raccogliere i soldi non spesi
Il ministro Roberto Calderoli dice che aspetta il suo decalogo sull’autonomia per chiudere la legge. Siete pronti?
«È questione di giorni — risponde il presidente della Regione Veneto Luca Zaia —. Siamo in fase di definizione di un documento che ho proposto ai colleghi delle Regioni per scendere sul terreno concreto e mettere da parte le discussioni astratte».
Ma quali sono i punti principali di questo decalogo?
«Ho suggerito un “Manifesto dell’autonomia differenziata” che contiene alcuni principi che devono essere condivisi. Ne indico alcuni: la promozione delle autonomie secondo l’articolo 5 della Costituzione; il principio dell’indivisibilità della Repubblica; la necessità di determinare i Lep (livelli essenziali delle prestazioni). Ho constatato una sostanziale convergenza con i colleghi presidenti, ora bisogna chiudere».
Con il ministro, leghista come lei, l’intesa è perfetta.
«È un addetto ai lavori, l’autonomia è nelle sue corde. E poi sa ascoltare ed è consapevole che ormai siamo arrivati all’ultimo stadio. O si fa ora o non si farà mai. Alibi non ce ne sono più».
Eppure, le resistenze, anche tra i suoi colleghi, non mancano.
«Bisogna avere il coraggio di guardare in faccia la realtà. Il Paese è di fronte a oggettive difficoltà che richiedono a ciascuno di noi un’assunzione di responsabilità. Questa passa dall’autonomia».
Si obietta che volete lasciare indietro i più deboli anche se la premier Meloni ha assicurato che non succederà.
«Questa è la cifra della malagestione che è frutto delle leggi attuali, non della riforma che proponiamo noi. Se in certe realtà vengono abbandonati i rifiuti per strada o i malati sono costretti a cambiare regione la colpa non è certo dell’autonomia. Questa è la cifra della malagestione che è frutto delle leggi attuali, non della riforma che proponiamo noi».
Come vincere i dubbi?
«Si dice che il premio Nobel dell’economia Friedman a chi gli chiedeva se ha più bisogno chi ha o chi non ha, rispondeva che ce l’ha chi ha avuto e non ha più. Dico questo per sottolineare che la paura del cambiamento è comprensibile ma non è fondata. Nessuno ha l’interesse che il Paese vada male. L’autonomia è l’unica leva per invertire la rotta».
Lei continua a ripetere che non siete eversivi.
«E lo confermo. Vogliamo semplicemente attuare la Costituzione. Ormai l’autonomia non è più tabù. Ne parlano tranquillamente sia il presidente della Repubblica che il premier. Io dico che sarebbe bene recuperare lo spirito con cui i nostri padri scrissero la Costituzione. Siamo di fronte ad un passaggio epocale».
C’è chi teme che si voglia legare l’autonomia al presidenzialismo.
«Sono due obiettivi diversi che condividiamo ma che hanno tempi diversi. Non sono possibili do ut des. L’autonomia si può fare con una legge ordinaria, per il presidenzialismo serve una riforma costituzionale. Dobbiamo lavorare convintamente per entrambi gli obiettivi ».
Con il collega Vincenzo De Luca ha duettato a lungo nel corso dell’appuntamento milanese.
«Ma non ci sono grandi differenze tra di noi. Anche lui è d’accordo che l’autonomia è imprescindibile».
Si discute tanto dei famosi Lep. A che punto siamo?
«Intanto, va detto che questo è il primo governo dal referendum (io ne ho visti passare 5) che ha introdotto nella manovra un articolo, il 143, che prevede i Lep. Entro l’anno prossimo vanno approvati e stiamo attenti perché prevedo sorprese. Una volta che saranno fissati bisognerà rispettarli. Qualcuno avrà problemi».
E con il Pnrr come siete messi?
«Noi in Veneto siamo a posto ma non tutti ce la faranno a rispettare i tempi. Per questo propongo un sistema di overbooking, cioè un salvadanaio in cui mettere le risorse che non si riescono a impegnare nei tempi previsti. Poi saranno redistribuite a chi è in condizione di usarle».
Si possono creare disparità.
«Ma ci sono già. Usciamo dalla narrazione che tutti siamo uguali. E aggiungo, il Pnrr si può ridiscutere, lo prevede l’articolo 21 dello stesso piano. Non si può fingere che non ci siano state la pandemia e la guerra. Il mondo è cambiato, ne dobbiamo tenere conto».
La sua Lega, come dimostrano i congressi provinciali in Lombardia, vive giorni agitati.
«In questo momento abbiamo bisogno di unità e non di divisioni. La Lega è un grande partito, che vi siano sensibilità diverse è normale. Ma io ricordo che lo diceva sempre anche Umberto Bossi: “da soli si fa prima ma insieme si fa molta più strada”».
Nessun timore di scissioni?
«Per me esiste la Lega e basta. Quando a Carducci chiesero di scrivere un tema sulla madre, scrisse: “mia madre è mia madre, punto e basta”».
6 dicembre 2022 (modifica il 6 dicembre 2022 | 07:37)
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