Author: Adriana Logroscino
Data : 2023-02-04 21:18:05
Dominio: www.corriere.it
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Enrico Letta in videoconferenza con le capogruppo Malpezzi e Serracchiani. L’idea di una querela anche a nome del partito. Tra i parlamentari dem spuntano malumori sull’opportunità della visita all’anarchico in carcere
Linea dura, senza incrinature né — «per una volta», commenta qualcuno — distinzioni nel Pd. La sollecitazione di Giorgia Meloni ad abbassare i toni — la tesi dopo la pubblicazione della lettera sul Corriere
— non può essere accolta fino a quando Andrea Delmastro, responsabile di aver veicolato informazioni riservate sulle conversazioni di Alfredo Cospito in carcere, e Giovanni Donzelli, che le ha diffuse in Aula, non saranno indotti a fare un passo indietro o sollevati dai loro incarichi rispettivamente di sottosegretario alla Giustizia e vicepresidente del Copasir.
Il ragionamento, tra gli esponenti del partito, è dritto: non si adoperano i ruoli istituzionali per fare battaglia politica, è stata violata una regola. È una questione di forma, oltre che di sostanza, e non può restare senza responsabili. «E poi, tanto più dopo le parole di Meloni, non tocca a noi, calmare le acque», sostengono i dem. La lettera della premier e leader di FdI, il partito di Delmastro e Donzelli, infatti è stata letta con sorpresa e irritazione. E ha provocato un ulteriore irrigidimento: Meloni — si riflette tra i dirigenti — non chiede ai suoi di scusarsi, anzi ne fa una difesa d’ufficio e poi ribalta le accuse, la sua è quasi una provocazione. Ogni eventuale cambio di rotta, ogni ammorbidimento, quindi, è più difficile di quanto lo fosse fino a ieri.
Nel Pd alle prese con il congresso nelle sezioni, quindi, tutti compatti dietro alla posizione espressa dal gruppo dirigente uscente: il segretario Enrico Letta e le due capigruppo Simona Malpezzi e Debora Serrachiani. Riuniti a ora di pranzo in una sorta di «gabinetto di guerra», in videoconferenza, per replicare alla lettera che Meloni ha affidato al Corriere
, hanno trovato immediatamente la linea comune. Quella della fermezza che non prevede passi indietro. Così vanno avanti anche le azioni annunciate nei giorni più roventi della polemica. Questa settimana non ci sono lavori parlamentari, per l’ultima settimana di campagna elettorale. Ma la mozione pd contro Delmastro è già stata depositata alla Camera. Si aggiunge a quella, nello stesso senso, presentata dal M5S. Le querele per diffamazione contro Donzelli e lo stesso Delmastro che hanno accusato in dichiarazioni in Aula e poi sui media gli esponenti dem che hanno fatto visita a Cospito in carcere, di stare dalla parte di terroristi e mafiosi, stanno per partire. Gli avvocati starebbero valutando anche se, al di là delle querele individuali dei quattro (tre deputati e un senatore) che sono stati al carcere di Sassari, già pronte, ci siano gli estremi per depositarne una a nome del partito «offeso nel suo complesso».
E tuttavia qualche incrinatura nella galassia pd, dopo cinque giorni di battaglia con FdI, emerge. «Molti malumori» sia nel partito, sia nei gruppi parlamentari dem, riferiscono alcuni esponenti, per la sottovalutazione dell’opportunità politica di far visita a Cospito in un momento di grandi tensioni e proteste originate dalla sua vicenda. «Col senno di poi è facile dire che non era opportuno», sostiene chi difende la scelta dei quattro parlamentari, tra i quali la presidente del gruppo alla Camera e un ex ministro alla Giusitizia. «Un’istruttoria, prima di andare a Sassari, era un’opzione che politici esperti avrebbero dovuto considerare», replicano gli atri.
E le espressioni riservate da Cospito alla sinistra, portano argomenti alla tesi di questi ultimi. «Gli uomini della sinistra, che non conoscono la realtà del carcere né la mia figura, stanno strumentalizzando la mia protesta, trasformandola in una macchietta» è il giudizio che l’anarchico ha dato di azioni e dichiarazioni dei politici progressisti sulla sua vicenda. Frasi che risalirebbero a fine gennaio e che sono riportate nella nota di accompagnamento alle relazioni degli agenti del Gruppo operativo mobile (Gom) di Sassari sui colloqui tra Cospito e i mafiosi. Quelle relazioni inviate al ministero della Giustizia, che poi rivelate da Delmastro a Donzelli e da Donzelli a tutti, a Montecitorio, sono state la miccia dell’incendio che ancora divampa.
4 febbraio 2023 (modifica il 4 febbraio 2023 | 22:18)
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