Roberto Baldoni si è dimesso dalla carica di direttore dell’Agenzia per la cybersicurezza nazionale (Acn). A spingere il docente di informatica, che ha lavorato alle regole nazionali sulla cybersecurity ed è infine giunto ai vertici dell’istituto nato per governare le difese cibernetiche del paese, una rottura nel rapporto di fiducia con il governo guidato da Giorgia Meloni, come ha potuto verificare a Wired con fonti vicine alle partita. È stato Baldoni a fare un passo indietro, prima di essere defenestrato dall’esecutivo stesso. D’altronde dall’Acn passano soldi, tanti soldi. Sono 623 milioni per sviluppare i progetti dell’agenzia che arriveranno dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). E poi posti di lavoro: circa 700 le persone che l’agenzia deve assumere per andare a regime. Numeri che ingolosiscono il governo.
Una partita su cui il governo ora vuole mettere le mani. La regia è del sottosegretario Alfredo Mantovano, autorità delegata alla sicurezza della Repubblica. Baldoni stesso ha un passato nei servizi, dove in qualità di vicedirettore da gennaio 2018 ha sviluppato l’architettura nazionale di cybersecurity, ossia l’impianto di regole e pratiche per assorbire gli impatti degli attacchi cibernetici contro le infrastrutture critiche del Paese e i servizi essenziali. Settimana scorsa i due erano presenti all’illustrazione della relazione annuale dei servizi che sempre più spazio dedica alla minaccia cibernetica.
Il timone dell’agenzia per ora passa alla numero due, Nunzia Ciardi, mentre il governo deciderà sul da farsi. inventore nel 2014 del Laboratorio nazionale di cybersecurity, che mette insieme più di 200 professori di 45 università pubbliche e private d’Italia, direttore dal 2017, nel 2018 il passaggio al Dipartimento per le informazioni sulla sicurezza (Dis), poi la nomina al vertice dell’Acn sotto il governo di Mario Draghi.
Ora bisognerà capire come il governo vuole riorganizzare la gestione dell’ente e i progetti in corso. Il Centro di valutazione e certificazione nazionale (Cvcn), ossia la squadra di esperti chiamata a verificare l’affidabilità di dispositivi tecnologici. Il bando per arruolare startup del settore. A quanto sa Wired, almeno oltre 20 nomi si sono fatti avanti. E poi i progetti, come l’Hypersoc, un centro per le operazioni di sicurezza che sia in grado di raccogliere in maniera automatica i segnali di eventi registrati da tutti i soggetti collegati per metterli in relazione e avere una visione completa e generalizzata della situazione in corso, e i progetti di supercalcolo (che ricevono 30 milioni). E poi gli accordi con i colossi informatici, come Google e Microsoft.
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di Luca Zorloni www.wired.it 2023-03-07 09:35:30 ,