Non stata trovata intesa sull’indennizzo da versare agli attuali gestori dei lidi. La scorsa settimana il duto richiamo di Draghi: c’ il rischio di perdere i fondi del Pnrr
Non c’ ancora accordo nella maggioranza sulle concessioni balneari. Il nodo la definizione del valore residuo su cui si calcolano gli indennizzi. Il confronto continuer nelle prossime ore, in una corsa contro il tempo per approvare l’emendamento domani, gioved, in commissione Industria al Senato, aggiornata alle 10.30. Domani mattina si approva, confida il viceministro al Mise, Gilberto Pichetto (FI), che cura per il governo il lavoro di confronto sul testo. Ancora non c’ accordo, e non ci pu essere se si parla di valore residuo – avverte per un altro senatore di FI,Massimo Mallegni -. Si deve parlare di valore dei beni e basta.
Sulla questione delle concessioni balneari, inserita nel ddl concorrenza la scorsa settimana il premier Mario Draghi era stato molto duro: aveva convocato un consiglio dei ministri-lampo in cui aveva chiesto che sulle questione venisse posto il voto di fiducia in mancanza di una intesa. Il rischio, aveva avvertito Draghi, quello di perdere i finanziamenti europei del Pnrr.
Una prima bozza di accordo prevede che le spiagge siano messe a gara entro la fine del 2023, salvo quelle per le quali in corso un contenzioso davanti ai tribunali. Per gli attuali gestori previsto un indennizzo e proprio sul calcolo di questa cifra si arenata la trattativa trai partiti di maggioranza.
25 maggio 2022 (modifica il 25 maggio 2022 | 22:13)
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, 2022-05-25 20:14:23 ,