Author: Germana Bevilacqua
Data : 2023-11-30 09:23:44
Dominio: www.perizona.it
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Tragedia in Colombia dove una bambina di 10 anni è morta dopo essere entrata in contatto con un batterio letale, l’ameba mangia cervello, che non le ha lasciato scampo. Il decesso risale allo scorso 28 luglio ma la notizia è stata diffusa solo adesso. Stefania Villamizar González trascorreva le sue giornate a nuotare e giocare in piscina dove si trovava con la famiglia, nella località di Santa Marta, nel Mar dei Caraibi. Nulla lasciava presagire la tragedia che ha sconvolto la vita della famiglia della piccola. Un giorno la bambina è tornata a casa accusando un malessere ed è stato l’inizio del suo calvario.
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L’ameba provoca danni devastanti al cervello e provoca la morte
La bambina ha iniziato ad accusare un forte mal d’orecchio che non accennava a passare, anzi il dolore aumentava. Un dolore accompagnato dalla febbre, sempre più alta e attacchi di nausea. Poi sono sopraggiunte anche le convulsioni per cui è stato necessario un ricovero. La piccola ha contratto un’encefalite causata dall’incontro con la cosiddetta ameba mangia cervello. Si tratta di un organismo unicellulare letale, responsabile del decesso di chiunque vi entra in contatto. L’ameba provoca danni devastanti al cervello e provoca la morte. All’inizio i sanitari non avevano capito la gravità della condizione della bimba e le avevano diagnosticato una semplice otite.
L’ameba mangia cervello si può trovare in un lago o in una piscina poco pulita
Dopo i primi sintomi le condizioni di salute di Stefania Villamizar González sono via via peggiorate. La bimba non riusciva ad alzarsi dal letto ed era costretta a rimanere al buio a causa del dolore agli occhi provocatole dalla luce. Solo dopo la morte della bambina, i medici sono riusciti a individuare le cause del decesso identificandole in una meningoencefalite causata dalla “Naegeria fowleri”, un’ameba mangia cervello, entratale nel naso mentre nuotava. Il parassita penetra nei tessuti cerebrali e li distrugge, causando un’infezione acuta e fulminante rarissima, con esiti quasi sempre letali. L’ameba mangia cervello si può trovare in un lago o in una piscina poco pulita, anche se talvolta può essere presente anche nell’acqua di rubinetto.
L’organismo può colpire anche l’uomo penetrando nei seni nasali
Si tratta di un organismo che predilige ambienti di acqua dolce e calda, che si nutre principalmente di batteri e che può colpire anche l’uomo penetrando nei seni nasali. In caso di inalazione del batterio l’insorgenza dei sintomi avviene in media entro cinque giorni dal contagio. La morte, in genere, sopraggiunge entro 20 giorni. I genitori della piccola Stefania Villamizar González hanno voluto lanciare un messaggio: “Condividiamo la nostra storia in modo che tutte le famiglie possano prendere le dovute precauzioni. Siamo distrutti, devastati. Stefanía era una tennista, pattinatrice e ballerina classica che sognava di diventare una ginnasta. Il direttore operativo dell’hotel dove si ritiene che Stefanía abbia contratto l’ameba si è impegnato a rafforzare gli standard di sicurezza”. In Europa, questo protozoo è stato avvistato raramente. In Italia non sono mai stati registrati episodi di contaminazione.
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Germana Bevilacqua , 2023-11-30 09:23:44 ,