Barbiere ucciso dopo lite, restano in carcere padre e figlio – Campania

Barbiere ucciso dopo lite, restano in carcere padre e figlio – Campania

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Attesa per decisione Riesame Napoli su aggravante futili motivi


(ANSA) – CASERTA, 13 DIC – Resteranno in carcere Alessandro
Moniello di 49 anni e Roberto Moniello di 27, padre e figlio
accusati dell’omicidio del barbiere 38enne Luigi Izzo, avvenuto
il 5 novembre scorso a Castel Volturno (Caserta). Lo ha
stabilito il tribunale del Riesame di Napoli che ha certificato
la sussistenza dei gravi indizi di colpevolezza confermando
l’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip del tribunale
di Santa Maria Capua Vetere subito dopo il delitto e l’arresto
dei due presunti responsabili da parte dei carabinieri. Nei
prossimi giorni si verrà a conoscenza di una decisione del
Riesame forse più importante ai fini processuali, ovvero se i
giudici partenopei hanno escluso, come richiesto dal legale dei
due indagati, Giuseppe Guadagno, l’aggravante dei futili motivi
contestata dalla Procura, circostanza che in teoria può
comportare pene carcerarie fino a 30 anni.
   
La difesa, nell’istanza avanzata al Riesame, non ha chiesto
infatti la scarcerazione, essendo il 47enne Alessandro Moniello
reo-confesso, mentre sul figlio Roberto, accusato di concorso
nel delitto avendo accompagnato il padre da Izzo, sono in corso
ulteriori e approfondite indagini della Procura di Santa Maria
Capua Vetere e dei carabinieri del Reparto Territoriale di
Mondragone.
   
Izzo, come ricostruito dagli inquirenti sulla base delle
testimonianze in particolare della moglie e delle suocera della
vittima, presenti al momento del delitto, fu ucciso da Moniello
in seguito ad una lite che aveva coinvolto il figlio Roberto,
alla quale peraltro Izzo non aveva preso parte. Era stato il
fratello di Izzo, infatti, ad aver litigato con Roberto
Moniello. Il papà di quest’ultimo però prese il figlio dopo la
lite e, armato di coltello da cucina, si recò in auto da Luigi
Izzo, e dopo averlo trovato mentre scendeva dall’auto davanti
dimora, lo accoltellò più volte al petto. Moniello ha confessato
alcune ore dopo, e ha fatto anche ritrovare l’arma del delitto,
che aveva gettato in un canalone. (ANSA).
   

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