«Basta autoflagellarsi. Giarrusso? Aperti a tutti ma chieda scusa»- Corriere.it

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Author: Franco Stefanoni
Data : 2023-01-29 14:15:01
Dominio: www.corriere.it
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di Franco Stefanoni

Il candidato alla segreteria dem: «Mai più 5-6 mesi per eleggere un segretario«. «Incomprensibile che la seconda forza del Paese si sia quasi suicidata. Da oggi la rimonta»

«Noi siamo un partito aperto a chiunque. Se Dino Giarrusso vorrà entrare e iscriversi al Pd, prima di tutto chieda scusa a chi ha ferito in passato e dimostri di accettare le regole e il percorso di questo partito». Così il candidato alla segreteria del Pd Stefano Bonaccini dal palco della sua convention a Milano, «Energia popolare, per il Pd e per l’Italia», al Talent garden Calabiana. Giarrusso, ex Iena ed ex M5S, ieri 28 gennaio si era espresso dal medesimo palco per annunciare il sostegno a Bonaccini e la scelta di far parte dei dem, suscitando le perplessità di diversi esponenti del Pd, da Giuseppe Provenzano (più netto) a Dario Nardella (più aperturista), oltre che un’ondata di proteste sui social. Giarrusso, infatti, negli anni si era particolarmente accanito contro i dem.

«Perdere sì, ma non perdersi»

Il candidato segretario, in vista delle primarie del 26 febbraio, è poi passato alle regole per eleggere i vertici del Pd. Cambieranno, secondo il presiedente della Regione Emilia-Romagna: «Questo percorso congressuale si è dimostrato incompatibile ancora una volta per tempi e modalità con il tempo della società in cui viviamo. Prendo già da ora un impegno: dal giorno dopo le primarie si cambia e ci diamo regole e strumenti comprensibili alle persone che facciano il bene del pd e non di chi lo vuole demolire. Mai più cinque-sei mesi per eleggere un segretario nazionale». Punto focale, la ricostruzione del partito dopo i risultati delle ultime Politiche. «Se dovessimo fare un bilancio dalla elezioni politiche a oggi, ancora più della sconfitta ci fa male il modo in cui l’abbiamo gestita. Le elezioni si possono vincere o perdere, l’importante è non perdersi. Che la seconda forza politica del Paese, la prima dell’opposizione, si autoflagelli per mesi e mesi fino a quasi suicidarsi, è incomprensibile».

«No alle gabbie salariali»

«Lo dico al ministro Valditara. Le gabbie salariali sono un ritorno al passato inaccettabile, mentre l`Italia deve andare avanti», ha detto Bonaccini, «serve l’opposto di quello che la destra propone. Per il sud non stipendi più bassi ma sgravi e opportunità maggiori. È chiara l’alternativa della nostra proposta?. Se la coperta è corta e copri chi è già al caldo, chi è al freddo si troverà direttamente nel gelo. Le tasse vanno ridotte per avere buste paghe più pesante per lavoratori e per rendere il lavoro stabile più conveniente di quello precario e questi sgravi devono essere più forti e strutturali nel Mezzogiorno. per colmare quel divario che oggi è troppo alto».

«Umiltà e pazienza per la rimonta»

Per Bonaccini: «Noi siamo il Partito democratico, siamo la sinistra riformista che mette al centro prima di tutto il lavoro e le imprese serie che creano occupazione di qualità: senza imprese non c’è lavoro perché il lavoro è dignità ed è attraverso il lavoro, professionale e imprenditoriale, che si crea ricchezza». E quindi: «Da oggi basta auto flagellazione, da oggi parte la rimonta del Partito democratico. Ci vorranno umiltà e pazienza, ci vorranno tempo e fatica, potrebbe essere anche una traversata nel deserto, ma se ci daremo tutti una mano io sono certo che ce la faremo e la prossima volta vinceremo noi, ve lo prometto adesso».

«Pd nome importante»

«Partito democratico è un nome importante. È un’idea valoriale forte e un progetto di società. I fatti di Capitol Hill e di Brasilia sono lì a dimostrarlo, a contrario. Esattamente come l’aggressione di Putin all’Ucraina. Gli unici che mi hanno chiesto in queste settimane se cambiare nome sono stati i giornalisti».

«Sui migranti né moralismi né inseguire la destra»

«La destra va sfidata su un altro dei suoi cavalli di battaglia, l’immigrazione», ha incalzato Bonaccini, «fino a oggi, va riconosciuto, sul tema hanno non vinto ma stravinto. Sono riusciti a imporre una visione emergenziale, a mettere in competizione i penultimi con gli ultimi. E noi talvolta li abbiamo inseguiti in modo subalterno, talvolta abbiamo contrapposto una visione moralistica. Adesso serve una proposta politica su cui fare una battaglia politica e culturale nella società in Parlamento e nel Paese: senza flussi regolari e ben programmati di ingresso non avremmo forza lavoro a sufficienza per far funzionare le nostre imprese e i nostri allevamenti, i ristoranti e i servizi, l’accudimento dei nostri anziani e delle persone non autosufficienti».

«Sugli sbarchi governo fallimentare»

«Anche la gestione degli sbarchi, con la logica della destra, si sta rivelando insostenibile. Da un lato perché i porti chiusi non li riescono e non li possono tenere, e sono costretti a chiedere una mano», ha spiegato Bonaccini , «dall’altro, perché gli sbarchi sono ormai decuplicati rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso e, numeri alla mano, l’idea che contrastare le Ong frenasse il problema si è dimostrata del tutto fallimentare».

«No a numero chiuso a medicina»

«Va tolto il numero chiuso ai test d’ingresso di medicina. Dovremmo invece investire nella sanità territoriale, recuperare le liste d’attesa, aumentare gli stipendi e sostenere chi opera nei servizi più delicati e faticosi, come l’emergenza urgenza. Non riusciamo a trovare un numero di infermieri adeguato ai posti che mettiamo a concorso, nonostante siano a tempo indeterminato». «Il governo ha riportato la spesa sanitaria sotto il 7 % del Pil, proprio nel momento in cui mancano medici e infermieri negli ospedali e nel territorio».

29 gennaio 2023 (modifica il 29 gennaio 2023 | 15:14)

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