Energia verde senza rischi
Gli sviluppatori sostengono che non c’è alcun rischio per la salute umana. Le batterie non emettono radiazioni e la loro architettura a strati previene possibili incendi. Sono state progettate per essere inserite all’interno di smartphone, droni o micro-robot, ma Betavolt incoraggia anche le applicazioni in campo medico, per esempio per alimentare pacemaker, cuori artificiali e apparecchi acustici.
Nemmeno lo smaltimento sembra essere un problema. Gli isotopi delle celle decadono nell’arco di cento anni, trasformandosi in un isotopo stabile di rame, un elemento che “non è radioattivo e non rappresenta una minaccia o una possibile fonte di contaminazione per l’ambiente“, spiega un comunicato. Le celle al litio attualmente utilizzate in tutti prodotti tecnologici, al contrario, devono essere riciclate in centri specializzati perché le sostanze chimiche e i metalli che contengono inquinano sia il suolo che l’acqua.
Betavolt ha già registrato i brevetti della nuova creazione a Pechino, e ha intenzione di fare lo stesso anche nel resto del mondo. Secondo l’Independent, l’azienda ha iniziato il processo di produzione delle applicazioni commerciali e il progetto rientrerebbe nel piano di rafforzamento dell’economia cinese per il quinquennio 2021-2025.
Un sogno iniziato oltre un secolo fa
La possibilità di creare batterie atomiche o a base di radioisotopi circola fin dall’inizio del ventesimo secolo, grazie ai progressi dello scienziato Henry Moseley. Per decenni tuttavia la tecnologia si è rivelata troppo ingombrante e costosa, finendo relegata a progetti sperimentali.
Generalmente, le batterie atomiche sono utilizzate nell’industria spaziale in parallelo al fotovoltaico. Per i loro viaggi nel sistema solare, per esempio, le sonde Voyager, Pioneer, Galileo, Ulysses, Cassini e New Horizon hanno tutte utilizzato un generatore termoelettrico a radioisotopi.
Questo articolo è apparso originariamente su Wired en español.
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di Jorge Garay www.wired.it 2024-01-17 05:40:00 ,