Non si spiega come Netflix abbia deciso di produrre, sfoggiandolo pure a un festival prestigioso come quello di Busan, un delirio nichilista e dal vuoto cosmico come Believer 2, scomodando non solo l’ottimo cast originale, ma integrandovi la brava Han Hyo-joo di Moving. Cha sembra partecipare solo perché il suo ego era rimasto offeso da un film che ne sminuiva carisma e fascino (il suo personaggio vestiva come un gelataio e aveva un’acconciatura che neanche Javier Bardem in Non è un paese per vecchi). Il suo Brian, finito umiliato e orrendamente deturpato in Believer, ricompare in una versione che vorrebbe essere più cool e mefistofelica del Brian, con tanto di flashback che lo mostrano in… atteggiamenti da supermodello. Nella pratica lo zelante baciapile sbraita come un pericoloso ma ridicolo cane rabbioso, un ruolo macchiettistico che neanche la bravura di Mr Cha riesce a elevare.
Analogamente, Han Hyo-joo arruolata da Baik che l’aveva diretta in The Beauty Inside, vorrebbe ricavare un personaggio memorabile dal suo ruolo. Nei panni del sicario Big Knife si sforza di conferire statura tragica al personaggio assurdo della figlia negletta di un mafioso cinese che ne ha fatto una Danny the Dog al femminile. Believer 2 è solo un caso lampante di brutale, noiosa e incessante esposizione di violenza di totale gratuità, reso totalmente inguardabile da un’esposizione pesante e artisticamente priva di valore. Non aggiunge niente di rilevante alla storia dei personaggi, non regala momenti d’azione memorabili – Baik avrebbe potuto indugiare meno su scene di tortura inguardabili e concentrarsi di più sulle coreografie d’azione – è solo un racconto di sconcertante e sterile nichilismo e vuoto pneumatico.
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di Lorenza Negri www.wired.it 2023-11-21 12:00:00 ,