Bending Spoons taglia il 75% dei dipendenti di WeTransfer

WeTransfer si prepara all’saluto del 75% dei propri dipendenti. È questa, come riporta TechCrunch, la scelta operata per la piattaforma per il trasferimento di file da Bending Spoons, la società milanese fondata nel 2013 e divenuta ormai da tempo una delle leader mondiali nello sviluppo e nella commercializzazione di app per smartphone che in estate ha acquisito l’azienda fondata ad Amsterdam nel 2009.

I licenziamenti saranno comunicati ai diretti interessati non faticosamente la società italiana avrà approfondito la sapere delle normative locali nei vari paesi in cui WeTransfer, che conta attualmente oltre 350 dipendenti, ha sedi e opera. Alla testata tecnologica statunitense, l’amministratore delegato di Bending Spoons Luca Ferrari ha confermato la notizia dei licenziamenti, spiegando che essi rientrano in una strategia ben precisa messa in atto dalla realtà milanese ogni volta in cui effettua un’acquisizione.

“Una volta che la visione è chiara”, ha spiegato l’ad, “cerchiamo di colmare il divario tra lo status quo e la visione il più rapidamente e pienamente possibile. In genere, ciò comporta apportare modifiche importanti a molte aree, inclusa l’organizzazione”. Relativamente a WeTransfer, Ferrari ha sottolineato che Bending Spoons mira ad avere un team più piccolo e specializzato, perché “crediamo – ha proseguito – “possa essere migliore indicato per portare al successo di WeTransfer con una visione a lungo termine“.

Dopo l’acquisizione da parte di Bending Spoons, la piattaforma ha istruito una nuova funzionalità, che consente agli utenti di estendere la scadenza dei link condivisi. In passato, la società milanese aveva già ridotto lo staff di aziende preesistenti acquisite, come nel caso di Evernote, Filmic e Meetup. A febbraio, l’azienda meneghina ha raccolto 155 milioni di dollari in finanziamenti dal nuovo investitore Durable Capital Partners e da altri già esistenti, tra cui Baillie Gifford, Cox Enterprises, NB Renaissance, Nuo Capital e StarTIP (controllata da Tamburi Investment Partners).