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“L’Intelligenza artificiale non è
una novità. In letteratura per esempio è la voce narrante. Non
sono un divulgatore ma uno scrittore, mi affascina
l’irrazionalità della scienza, della ragione”. Outsider geniale,
metafisico e trasversale, il cileno Benjamín Labatut, 44 anni e
l’aspetto di un ragazzino, racconta a Capri, dove ritira il
Premio Malaparte, il suo ultimo romanzo ‘Maniac'(Adelphi) che va
all’origine dell’AI e non solo), ed è già un caso per la
critica internazionale.
Nato in Olanda, avi italiani, lingua del cuore l’inglese, nel
nuovo capitolo del suo rapporto fuori dagli schemi con la
scienza come genere letterario, dopo il successo di ‘Quando
abbiamo smesso di capire il mondo (Adelphi), ci fa scoprire la
super mente John von Neumann (1903-1957), l’ungherese che
stabilì la…
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