Better days è un inno di speranza per un avvenire vincente e avvincente, un melodramma made in Cina che tratta il tema del bullismo adolescenziale in maniera molto profonda.
Giorni migliori di quelli passati tra le violenze e le derisioni sui banchi di scuola, magari per una colpa non colpa concatenata.
Derek Tsang è il regista magistrale di questa feroce storia, ripresa da un romanzo del 2015 (Shàonián de nǐ, rúcǐ měilìdi Jiu Yuexi) e riadattata nel 2019 (uscito nella sale italiane il 2 luglio 2021) con una spiccata sensibilità e una passione, in grado di trasporre cinematograficamente le sofferenze dei protagonisti.
Chen Nian è una studentessa diligente, che studia per assicurarsi un posto all’università e quindi un futuro migliore, ma viene presa di mira dai suoi compagni di scuola; viene picchiata e sbeffeggiata a causa della condotta della madre, una truffatrice completamente indebitata.
Viene turbata soprattutto dalla morte di una una sua amica, che non riuscendo a sopportare il peso degli atti di bullismo riversati nei suoi confronti, si suicida proprio nel cortile della scuola. Questo evento innesca, fortunatamente, una serie di indagini da parte della polizia che porterà a comprendere il movente di un gesto così sofferto e che porrà fine agli strazi dei più deboli.
Chen Nian trova la sicurezza in Liu Beishan, un ragazzo disagiato, dedito alle risse, il quale la proteggerà dai bulli.
Tra loro nasce così una storia d’amore, delicata e pura, che fa da contraltare alla violenza esterna.
Sono soli ma insieme riescono a darsi coraggio e a superare tutte le disavventure, noncuranti degli adulti che tentano di aiutarli (i poliziotti), si sostengono l’un l’altra fino al momento più estremo: quello di addossarsi la colpa per l’omicidio di una delle ragazze che tormentava/bullizzava Chen Nian.
I due sono legati dal desiderio di riscatto, ma mentre la ragazza è positiva e vede nello studio una via per uscire dalla sua condizione di emarginazione; Liu crede di non avere più nessuna chance e quindi si lascia trasportare dalla barbara giungla che è la strada.
Accanto alle interpretazioni straordinarie degli attori, seppur giovanissimi, si coglie il lavoro maieutico del regista, il quale ha saputo tirar fuori la loro emotività più recondita.
I toni sono scuri ma caldi, di un caldo torbido e oppressivo, non accogliente; i movimenti della cinepresa invece sono agitati, seguono le azioni dei personaggi in maniera compulsiva, per far entrare lo spettatore nel cuore della storia. Ci si sente come imprigionati in un luogo angusto da cui però non si cerca di scappare perché si confida in una luce lontana, che si intravede negli sguardi dei protagonisti.
L’inquietudine è costante, non ci si rilassa mai veramente.
I suoni assordanti della grida e dei rintocchi della campanella si mescolano alle musiche selezionate accuratamente, per ricreare un’atmosfera sospesa e intima.
Il pathos avvolge l’intera pellicola, ma le vere protagoniste sono le lacrime, che solcano i visi dei ragazzi anche nei momenti più dolci. Il pianto è l’unica valvola di sfogo in questo contesto, ma è anche l’atto più sincero e forte di cui è dotato l’essere umano.
Il film evidenzia, inoltre, lo spasmodico utilizzo degli smartphone da parte dei giovani, che credono di poter giocare con le vite delle persone come se si trattasse di una realtà virtuale. Le violenze dei bulli e delle bulle vengono riprese e fatte circolare attraverso i social, creando un circolo vizioso di voyeurismo.
Dove tutto è disciplina, crudeltà e superficialità, bisogna riscoprire i propri sentimenti, senza aver timore di mostrarli.
Tra insulti, pestaggi e disumanità si staglia una storia d’amore che è come un pugno nello stomaco, è forte e pura. Una di quelle storie che, in mezzo alle difficoltà, riesce a dimostrare tutta la sua intensità, esente da inutili apparenze o finzioni.
Come al solito il cinema asiatico si dimostra abile nell’affrontare argomenti complessi e dolorosi con estrema raffinatezza. Con quel garbo tipico della cultura dell’estremo oriente, distaccata ma al tempo stesso accorta a scrutare l’animo umano, con un tocco materno e gentile.
Scheda tecnica
Data di uscita: 2 luglio 2021 (Italia)
Genere: Drammatico
Anno: 2019
Regia: Derek Tsang
Attori: Dongyu Zhou, Jackson Yee, Ye Zhou, Yin Fang, Wu Yue, Jue Huang, Yifan Zhang, Yao Zhang, Xinyi Zhang, Runnan Zhao, Ran Liu, Xuanming Gao, Xintong Xie
Paese: Cina, Hong Kong
Durata: 135 min
Sceneggiatura: Lam Wing-Sum, Yuan Li, Yimeng Xu
Fotografia: Jing-Pin Yu
Montaggio: Yibo Zhang
Musiche: Varqa Buehrer
Produzione: Shooting Pictures, He Nan Dian Ying Dian Shi Zhi Zuo Ji Tuan, China Wit Media, Tianijn Xiron Entertainment, We Pictures, Goodfellas Media
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Veronica Cirigliano
2021-07-15 19:28:04 ,