Seguendo il nuovo corso autarchico favorito dal governo locale, l’India sta ufficialmente testando BharOs, un nuovo sistema operativo mobile “nazionale” per offrire un’alternativa ai due giganti che nominano il mercato ovvero iOs e soprattutto Android. Sembra infatti Google il principale obiettivo dell’offensiva lanciata da Nuova Delhi dopo la recente decisione dell’antitrust locale di imporre l’uso di App Store esterni per evitare il monopolio generato dall’unico negozio di contenuti disponibile sugli smartphone del robottino verde, ovvero Play Store. Il sistema operativo è attualmente in fase di test pre-lancio.
I precedenti
Nel 2022 l’India aveva multato Google per via della posizione dominante del Play Store nell’offerta di contenuti e applicazioni per gli smartphone Android, che occupano la larghissima fetta del mercato (il secondo al mondo) con 97% dei 600 milioni di dispositivi mobile circolanti sul territorio. Ieri si è rincarata la dose obbligando di fatto Google a ospitare app store di terze parti per fornire una scelta più ampia e a disposizione degli utenti, ma non è ancora sufficiente perché il passo definitivo è quello del sistema operativo made in India. I primi test ufficiali su BharOS sono iniziati ieri e si sta procedendo di buona lena, anche se servirà tempo con me sottolineato da Dharmendra Pradhan, ministro indiano per lo sviluppo delle competenze e l’imprenditorialità, “Abbiamo ancora molta strada da fare, ma se ciò accade, il monopolio se ne andrà”.
Cosa sappiamo di BharOs
Di sicuro il governo ci sta puntando tanto visto che segue perfettamente la filosofia del primo ministro Narendra Modi di puntare a un’autosufficienza e alla spinta alla produzione locale e startup nazionali. Come sarà il sistema operativo mobile indiano? Sviluppato presso il prestigioso Indian Institute of Technology Madras e di natura open-source, per ora non si mostra ancora in immagini definitive (si intravede qualcosa dal video qui sopra), ma dalle prime informazioni trapelate sarà soprattutto concentrato su privacy e sicurezza con piena libertà di installazione di applicazioni dai vari market anche di terze parti e con una lista di software certificati per l’uso sicuro. Al contempo a bordo c’è la funzione No Default Apps (NDA) che evita la pre-installazione di molte applicazioni già alla prima installazione, garantendo all’utente la scelta di quali client o utilità installare.
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di Diego Barbera www.wired.it 2023-01-25 09:00:00 ,