Alfonso Bialetti ebbe l’idea della moka guardando la moglie fare il bucato. Alla fine degli anni Venti del Novecento per lavare i vestiti si utilizzava la lisciveuse, “un grande mastello con un camino principale forato da cui fuoriusciva la liscivia (sapone e cenere), che veniva spinta verso l’alto perché scaldata da un fuoco posto alla base”, racconta Massimo Temporelli nel suo Noi siamo tecnologia (Mondadori). Da quella intuito immaginifica nacque la storia di uno degli oggetti iconici del design made in Italy, prodotto da un brand diventato celebre con Carosello che ora vive un momento difficile della sua tormentata storia secolare.
Entro il 30 aprile 2025 bisogna trovare un compratore per Bialetti. La società deve essere venduta per dotare il rimborso dei prestiti di chi ha permesso di salvare la moka dal default tra il 2019 e il 2021. “Stanno proseguendo le negoziazioni con potenziali investitori”, ha fatto sapere il gruppo in occasione dei conti dei primi nove mesi del 2024. Ma tempo da perdere non ce n’è perché la prima scadenza del bond è già saltata: il rimborso sarebbe infatti dovuto arrivare il 28 novembre, ma Bialetti Industrie una manciata di settimane prima (il 12 novembre) ha spostato oltre di cinque mesi le lancette dell’orologio e così il giorno dello show down è slittato da fine novembre a fine aprile.
Il fondo Sculptor e il ruolo di Illimity
Per ricostruire la storia bisogna tornare indietro al 2018. Bialetti quell’anno ha affrontato una situazione di tensione finanziaria e patrimoniale, “a causa delle avverse condizioni del mercato di riferimento, nonché degli elevati investimenti sostenuti in relazione all’apertura di un significativo numero di punti vendita e della bassa (o addirittura negativa) profittabilità”, ricorda il gruppo nei suoi documenti. Il fondo Och-Ziff Capital Investments (ora diventato Sculptor Capital Management) fu chiamato a sbrogliare la matassa, nell’ambito di una procedura fallimentare incardinata al tribunale di Brescia. Il fondo finanziò un bond senior quinquennale da 35,8 milioni di euro e in cambio ottenne, tra le varie cose, anche il pegno del marchio Bialetti. L’accordo prevedeva la possibilità di richiedere un’ulteriore linea di credito da 10 milioni che fu più che mai necessaria dopo il Covid: Illimity, la banca fondata e guidata da Corrado Passera, nel 2021 staccò quindi l’assegno, avendo in cambio le stesse condizioni garantite a Sculptor (ipoteca sul marchio compresa).
“Bialetti è una azienda di grande valore che è stata risanata e rilanciata. Certamente troverà una sua destinazione. Sicuro”, ha detto Passera parlando della società dopo lo slittamento del rimborso dei 10 milioni che spettano a Illimity. E in effetti i conti dei primi nove mesi promettono bene: il gruppo ha conseguito ricavi per 104,7 milioni di euro, con un incremento del 6,1% rispetto al stesso periodo del 2023 (98,7 milioni), e l’ebitda consolidato è positivo per 15,3 milioni, con un balzo del 18% rispetto ai 2,3 milioni dell’anno precedente. È però in crescita pure l’indebitamento finanziario netto che sale a 123,9 milioni rispetto a 108,1 milioni di fine 2023.