Dazi al 102,5% sulle auto elettriche; del 25% sulle loro batterie al litio; del 50% su chip e su pannelli solari. E ancora dazi su prodotti medicali, minerali critici, acciaio. È una raffica di restrizioni quella varata da Washington il 14 maggio contro le importazioni dalla Cina: secondo le stime della Casa Bianca, saranno colpiti circa 18 miliardi di dollari di merci. Le misure entreranno in vigore tra quest’anno e il 2026. Nel mirino, settori strategici, come i semiconduttori e l’energia verde, sui quali l’Amministrazione Biden ha riversato centinaia di miliardi di dollari in sussidi alla produzione.
Auto elettriche
Nel nome del made in Usa, da quest’anno, i dazi sulle auto elettriche cinesi vengono moltiplicati quasi per quattro, al 102,5% dall’attuale 27,5%, un livello che già lascia i produttori cinesi fuori dal mercato statunitense. Nel primo trimestre del 2024, Geely è stata l’unica casa cinese a esportare con il proprio marchio negli Stati Uniti, dove ha venduto 2.217 veicoli, secondo i dati della China Passenger Car Association. Altre 60mila vetture cinesi sono arrivate nel Paese, ma sotto brand Usa, soprattutto Buick (General Motors).
L’obiettivo sarebbe quello di stroncare sul nascere una potenziale invasione: «La Cina è semplicemente troppo grande per giocare secondo le proprie regole», ha dichiarato il direttore del National Economic Council, Lael Brainard. «Pechino – ha aggiunto – sta usando lo stesso schema che ha usato in passato per alimentare la propria crescita a spese degli altri, continuando a investire, nonostante l’eccesso di capacità produttiva, e inondando i mercati globali con esportazioni sottoprezzo, grazie a pratiche economiche scorrette».
Oltre all’auto, i dazi colpiscono anche il loro cuore: le batterie agli ioni di litio per veicoli elettrici e i loro componenti saranno tassati in dogana con un prelievo che sale dal 7,5% al 25% da quest’anno. Le batterie al litio per i veicoli non elettrici subiranno lo stesso trattamento del 2026.
Pannelli solari
I dazi sulle celle per pannelli solari passeranno dal 25% al 50% quest’anno. Secondo il Center for Strategic and International Studies, un think tank di Washington, oltre l’80% della produzione di pannelli solari avviene in Cina, dove il costo di produzione è del 60% inferiore rispetto agli Stati Uniti. Le esportazioni verso gli Usa sono soggette a tariffe da oltre un decennio: il risultato è che sono piuttosto ridotte (oppure passano per Paesi terzi).