Dopo una pausa di quattro anni, Black Mirror è tornata. La sesta stagione della serie britannica è disponibile su Netflix, insieme a tutto il catalogo precedente, che comprende anche uno speciale natalizio e un film interattivo. Lo show, creato da Charlie Brooker e dalla produttrice Annabel Jones, è una rivisitazione moderna di antologie fantascientifiche classiche come Ai confini della realtà. Attraverso la lente oscura, giocosa e talvolta confortante del suo autore, Black Mirror esplora gli imprevedibili impatti della tecnologia sulle nostre vite. Trattandosi di una serie antologica – ciascuna puntata tratta un nuovo argomento, con un tono leggermente diverso – ogni episodio ha i suoi fan e i suoi detrattori. Scegliere il migliore e il peggiore in assoluto quindi non è facile. Ma ci abbiamo provato lo stesso. Ecco la nostra classifica definitiva degli episodi di Black Mirror.
28. Smithereens (stagione 5, episodio 2)
L’episodio, ispirato a un’esperienza di Brooker con un autista di Uber, racconta la storia di Chris (Andrew Scott), un uomo che incolpa i social media per il momento più tragico della sua vita. E questo è tutto. La trama è molto scarna, appena sufficiente a far sì che questa puntata si trascini da una scena all’altra e, nonostante sia basata su una situazione tesa che prevede la presenza di ostaggi, la posta in gioco non è mai particolarmente alta. Pensate a un telefilm poliziesco tedesco con un pizzico di “i social media sono il male”.
27. Orso bianco (stagione 2, episodio 2)
A metà tra un inquietante thriller con gli zombie e una critica alla smania della società di punire sulla pubblica piazza i suoi esponenti peggiori, questo episodio vanta uno dei colpi di scena più imprevedibili di tutta Black Mirror. Ma il percorso per arrivarci – brutale, laborioso e di stampo horror – manca di qualsiasi profondità emotiva. Nel computo finale, Orso bianco ha solo una carta, che decide di giocarsi con un’esplosione di violenta catarsi.
26. Gli uomini e il fuoco (stagione 4, episodio 5)
Black Mirror, a volte, ha il difetto di fissarsi su un’idea o un concetto interessante senza che però dietro ci sia una storia compiuta a sostenerli. Proprio come accade in questo caso. Il suo monito nei confronti di un potenziale uso improprio della tecnologia durante la guerra è valido e interessante, ma è difficile da trattare in una puntata televisiva di cinquanta minuti. Il colpo di scena finale è adeguatamente cupo, come da tradizione di Black Mirror, ma non si può fare a meno di chiedersi quale sia il contesto più ampio della storia e del suo personaggio centrale.
25. Vota Waldo! (stagione 2, episodio 3)
Insieme a Messaggio al Primo Ministro, questo episodio di Black Mirror ci ha messo un po’ ad allinearsi coi tempi. Ambientato nel bel mezzo di un’elezione, Vota Waldo! racconta la storia di Jamie (Daniel Rigby), un comico che si nasconde dietro un puerile orso animato e che si ritrova inaspettatamente ad avere un impatto spropositato sulla politica nazionale britannica. All’epoca, questo racconto sembrava non avere una base solida e buttava lì un po’ troppe idee senza svilupparle. Tuttavia, dopo l’elezione di un certo presidente degli Stati Uniti, questa puntata risulta preveggente come poche altre nella storia di Black Mirror.
24. Rachel, Jack e Ashley Too (stagione 5, episodio 3)
Brooker si è cimentato in un genere completamente nuovo con questa virata verso il teen drama incentrata sulla vacuità della musica pop, sui manager manipolatori e sui fan impressionabili. Miley Cyrus interpreta Ashley, una pop star la cui mente è stata inspiegabilmente duplicata in alcune bambole futuristiche. Rachel, Jack e Ashley Too è ben fatto, e avrebbe potuto essere uno dei migliori episodi di Black Mirror. Tuttavia, non riesce ad affrontare davvero il tema della tecnologia e non è mai chiaro se l’episodio sia una parodia dei film per adolescenti o solo un mesto simulacro del genere, con l’aggiunta della sentenza “la musica pop è brutta“.
23. Bianco Natale (Speciale del 2014)
Nonostante il successo di Black Mirror, una delle cose migliori della serie è la sua capacità di affidare ruoli da protagonista a sconosciuti. Vedrete molti volti riconoscibili, ma è improbabile che ne riconosciate i nomi. E poi c’è Jon Hamm di Mad Men. Fan della serie fin dagli esordi, l’attore ha voluto congratularsi con Brooker di persona. A seguito dell’incontro, ha ottenuto il ruolo da protagonista per il primo (e unico) speciale natalizio della serie. In poche parole, Hamm è troppo famoso per Black Mirror. L’episodio è ancora più frustrante perché manca di un’idea sufficientemente forte per tenere insieme la trama. Di conseguenza, risulta disarticolato e il brillante colpo di scena finale arriva troppo tardi. Migliora a una seconda visione.
22. Bandersnatch (film interattivo del 2018)
Bandersnatch è allo stesso tempo brillante e insufficiente. La rivisitazione di Brooker dei libri game degli anni Ottanta prevede cinque finali dettati dalle scelte dello spettatore. All’inizio, poter controllare la storia è una novità eccitante, soprattutto quando questa prende numerose svolte oscure. L’ambientazione anni Ottanta è perfetta e in Bandersnatch ci sono i prodromi di una grande storia, ma alla fine la sorpresa prende il sopravvento sulla narrazione e dimostra perché la televisione viene meglio quando mantiene un formato lineare.
21. Demone 79 (stagione 6, episodio 5)
Scritto da Brooker e Bisha K. Ali, l’autrice della serie Ms. Marvel di Disney+, Demone 79 viene presentato come il primo episodio di Red Mirror (un capitolo dell’antologia che non è focalizzato sulla tecnologia) ed è più horror che fantascientifico. O horror-commedia. O horror-fantasy. È difficile classificare la parabola di una commessa nell’Inghilterra degli anni Settanta costretta a ricorrere all’omicidio per salvare il mondo dopo aver accidentalmente liberato un demone. Forse sarebbe stato meglio non ricorrere all’etichetta Black Mirror.
20. Beyond the Sea (stagione 6, episodio 3)
Questo episodio è un po’ trascinato. È ironico, perché affronta il tema della noia dei viaggi spaziali a lunga distanza, con Aaron Paul e Josh Hartnett nei panni di due astronauti in missione da anni, che possono tornare a dimora trasferendo la loro coscienza in repliche androidi di loro stessi. Quando la tragedia colpisce uno di loro, le cose prendono una piega oscura, ma si tratta di una fantascienza a fuoco lento, più incentrata sulle emozioni e sulle relazioni umane che sulle traversate galattiche. Il film guadagna punti per un cameo di Rory Culkin, opportunamente scombinato.
19. Striking Vipers (stagione 5, episodio 1)
Striking Vipers è probabilmente il più crudo tra gli episodi di Black Mirror. Inizia con una premessa intrigante – cosa succede quando il sesso in realtà virtuale è piacevole come quello reale – ma non riesce a esplorare le allettanti domande che pone sulla sessualità umana. Il suo mondo Vr dai colori brillanti in stile Street Fighter è interessante ma crolla con un finale insufficiente.
18. Metalhead (stagione 4, episodio 5)
Metalhead è la materializzazione delle paure social per i filmati dei cani robot di Boston Dynamics. In questo episodio dei malcapitati umani scappano cercando di non farsi ammazzare da quadrupedi robotici assassini che vagano per le campagne. Lo stile e la regia in bianco e nero evocano con successo i film horror classici. È teso, esilarante e davvero spaventoso, ma il colpo di scena finale sminuisce il tono minaccioso dell’episodio. Una menzione speciale per il momento in cui un cane robot prende un coltello da cucina e lo fa roteare minacciosamente.
17. Giochi pericolosi (Stagione 3, episodio 2)
A Charlie Brooker piacciono i videogiochi. E Giochi pericolosi, come suggerisce il nome, ruota tutto intorno a questo tema, concentrandoci su un titolo in particolare: Resident Evil. C’è il geniale sviluppatore giapponese, la dimora infestata, un personaggio chiamato Redfield (Chris, non Claire) e, nascoste sullo sfondo, persino copertine della rivista specializzata Edge. La familiarità di Brooker con l’argomento trattato è palesata dai riferimenti culturali e gli ammiccamenti accuratamente mescolati in una trama ben ritmata e creativa. Si tratta di una vera e propria lettera d’amore al genere dei survival horror, raccontata con una sapiente dose di gore e paura alla Black Mirror.
16. Mazey Day (stagione 6, episodio 4)
Questo breve e brillante episodio è stato ispirato da un documentario su Britney Spears e segue una paparazza nella Los Angeles di metà anni 2000 a caccia di una celebrità di cui non si hanno tracce da settimane. Non è particolarmente intelligente, ma è volutamente squallido e divertente (ed è difficile discuterne nel dettaglio senza incorrere in spoiler).
15. Hang the Dj (stagione 4, episodio 4)
Hang the Dj è bello. Ci proietta in un mondo severamente controllato in cui le relazioni sentimentali sono gestite da un algoritmo. Gli appuntamenti sono predeterminati e i pasti scelti per voi; le relazioni durano per un periodo di tempo stabilito a monte, che può essere di ore o di anni, tutto in nome della ricerca del partner perfetto. Georgina Campbell e Joe Cole (Peaky Blinders) sono protagonisti gradevoli, ma il finale dell’episodio è un po’ scontato. Mentre San Junipero tocca la complessa moralità della morte e del consenso, Hang the Dj è un film di cinquanta minuti piacevole ma meno impegnativo.
14. Quindici milioni di celebrità (stagione 1, episodio 2)
Trasmesso nel 2011, questo racconto sullo squallore dei reality non è invecchiato bene. Certo, la caricatura stridente di Simon Cowell è divertente, ma l’intero episodio manca della sottigliezza dei più avvincenti capitoli partoriti dalla mente di Brooker. Black Mirror dà il meglio di sé quando ci fa sentire complici delle terribili scene rappresentate senza alcuna pietà sullo schermo. A meno che non siate grandi fan dei talent, la drammaticità di Quindici milioni di celebrità vi sembrerà un po’ superata.
13. Arkangel (stagione 4, episodio 2)
L’unico episodio delle prime quattro stagioni di Black Mirror con la regia di una donna (fate di questa informazione quello che volete), Arkangel è uno dei meno futuristici e, di conseguenza, più duri. Diretto da Jodie Foster, racconta la storia di una madre (Marie) che decide di impiantare un sistema di localizzazione nella figlia (Sara) per monitorare la sua salute e il suo stato emotivo, oltre che per censurare quello che vedono i suoi occhi innocenti. A differenza di altri episodi, che fanno un salto nel buio, Arkangel mette in scena situazioni che potrebbero accadere già oggi, il che rende la sua macabra conclusione ancora più agghiacciante.
12. Loch Henry (stagione 6, episodio 2)
Brooker ha raccontato a Wired che questo episodio è stato ispirato dalle serie true crime, di cui molti di noi si sono abbuffati durante i lockdown della pandemia. L’autore si attiene strettamente ai cliché del genere, con ampie panoramiche e un senso di terrore crescente. Tuttavia, non si tratta solo di omicidi raccapriccianti, e la fine macabra e devastante a cui vanno incontro due giovani registi e la loro indagine su un noto serial killer in una Scozia remota rimane impressa in testa per un po’.
11. Joan è terribile (stagione 6, episodio 1)
Nell’episodio di punta dell’ultima stagione, Black Mirror sputa nel piatto in cui mangia: una giovane donna torna a dimora dopo una dura giornata di lavoro e scopre che la sua vita è stata trasformata in una serie su Streamberry, una piattaforma streaming pressoché identica a Netflix. Da questa premessa un po’ inconsistente, l’episodio si trasforma in un’acuta disamina della macchina dei contenuti, dell’apocalisse dell’intelligenza artificiale e persino dei computer quantistici, con il consueto mix di satira e stravaganze che contraddistingue la serie, insieme ad alcuni autentici colpi di scena.
10. Ricordi pericolosi (stagione 1, episodio 3)
Forse la più negativa delle storie romantiche di Black Mirror – o meglio, delle storie che coinvolgono persone in una relazione – Ricordi pericolosi è un episodio che colpisce nel segno. Come nella maggior parte dei racconti dell’antologia, il mondo rappresentato è assimilabile al nostro, a parte un dettaglio decisivo: alla maggior parte degli esseri umani è stato impiantato un chip che registra tutto ciò che vedono e permette loro di riprodurre qualsiasi ricordo a piacimento. Questo non porta a nulla di buono. Scritto da Jesse Armstrong – ideatore di Succession – questo è l’unico episodio di Black Mirror senza la sceneggiatura di Brooker. Un’analisi implacabile su come la tecnologia contribuisce danni che infliggiamo al nostro fragile ego, dove le cose iniziano male e finiscono molto, molto peggio.
9. Crocodile (stagione 4, episodio 3)
Una rivisitazione ancora più cupa del già fosco genere del Nordic Noir, Crocodile è ambientato in un mondo in cui le compagnie assicurative attingono alla memoria delle persone per liquidare le richieste di risarcimento. Anche in questo caso, le cose iniziano male, con un incidente stradale e una fuga, e prendono una piega ancora più negativa. Sebbene la sceneggiatura originale prevedesse un uomo nel ruolo di protagonista, Andrea Riseborough interpreta una donna, Mia, che vede la sua vita perfetta andare a rotoli quando le malefatte del passato la raggiungono. Girato in Islanda, con immagini mozzafiato di spazi infiniti e case solitarie, questo è uno degli episodi di Black Mirror più belli, con una trama all’altezza. L’ultima scena, nel classico stile di Black Mirror, sottolinea l’orrore della situazione con un tocco di tetra comicità.
8. Zitto e balla (stagione 3, episodio 3)
Quando abbiamo iniziato a schermare le webcam dei nostri laptop? La pratica era sicuramente già in uso prima di Zitto e balla, ma questo episodio cupo e cinico ha senza dubbio spinto molte persone ad adottare la precauzione. La premessa è abbastanza semplice: un adolescente (Alex Lawther) viene ricattato da un hacker che lo ha registrato mentre si masturba. La sua strada si incrocia presto con quella di altre vittime del ricattatore, tutte con cose da nascondere. Gli eventi si sviluppano a ritmo serrato mentre i morti, sempre più disperate, fanno tutto quello che l’hacker chiede loro, fino a un finale così brutale da far venire gli incubi a chiunque abbia qualche segreto inconfessabile che mai vorrebbe far conoscere ad amici e familiari.
7. Black Museum (stagione 4, episodio 6)
L’episodio più controverso della storia di Black Mirror. Diretto da Colm McCarthy di Peaky Blinders e Sherlock, Black Museum è un distillato viscerale dell’ossessione di Brooker per il macabro. È anche il racconto più vicino a Ai confini della realtà e a Racconti del brivido, che hanno ispirato il suo stile antologico. Per quanto possa essere divertente vedere un uomo rovinato dalla tecnologia costretto a conficcare un trapano nel cranio di un senzatetto per raggiungere l’orgasmo, non si può fare a meno di pensare che si tratti di un espediente scioccante fine a sé stesso.
6. Torna da me (stagione 2, episodio 1)
Il momento in cui Martha (Hayley Atwell) incontra la versione androide di Ash (Domhnall Gleeson) rimane uno dei più profondamente tristi e brillantemente recitati nella storia di Black Mirror. Questa storia di lutto e amore ricorre a una sorta di “atto di fede fantascientifico” per affrontare un problema molto contemporaneo: cosa fare dell’identità online di una persona quando muore? Quella che inizia come la toccante cronaca di un lutto devastante diventa presto una parabola macabra. L’unica cosa che delude è un finale in cerca di un colpo di scena di troppo. Ash, ovviamente, dovrebbe saltare dalla scogliera, al 100 %.
5. Odio universale (stagione 3, episodio 6)
Sebbene la trama sia chiaramente di stampo fantascientifico – ci sono api robotiche assassine che rimangono invischiate in un sadico complotto omicida – l’episodio è anche un’avvincente rivisitazione del criminal all’inglese. Con i suoi 89 minuti, è il più lungo di Black Mirror, anche se non lo sembra, merito di una trama ordinata che culmina in un delizioso colpo di scena e aggiunge una profondità assente in altri episodi. L’improbabile trama gioca a favore del racconto, che non diventa una predica eccessiva ma riesce a far riflettere chiunque pensi sia una buona idea linciare la prossima vittima dei social media.
4. Caduta libera (stagione 3, episodio 1)
In una delle performance migliori di Black Mirror, Bryce Dallas Howard interpreta Lacie, una giovane donna ossessionata dai voti in un mondo in cui le persone vengono valutate su una scala da 1 a 5 per ogni interazione con il prossimo. Ambientato in un sobborgo americano superficiale e pieno di insipide tinte pastello, Caduta libera è una sfida a chiunque affermi che la serie sia troppo cupa o deprimente. Gli episodi di Black Mirror sono spesso rielaborazioni di un genere particolare, e questo è la versione brookeriana del road movie: il punteggio sempre più basso di Lacie spinge la protagonista a intraprendere un viaggio pieno di disavventure attraverso l’America. La penultima scena, per quanto un po’ prevedibile, è una delle più piacevoli dell’intera serie.
3. Messaggio al Primo Ministro (stagione 1, episodio 1)
L’episodio che ha dato il via a tutto. Messaggio al Primo Ministro ha stabilito il tono dell’universo di Black Mirror nei suoi primi cinque minuti, quando al Premier britannico viene riferito che dovrà scegliere tra fare sesso con un maiale in diretta tv o assistere all’esecuzione di una principessa rapita. All’epoca, la trama sembrava così ridicola che era difficile immaginare che Black Mirror si sarebbe guadagnata la reputazione di serie in grado di prevedere il futuro. Quattro anni dopo, quando un libro di memorie dell’ex finanziatore del partito conservatore britannico Lord Ashcroft rivelò che l’ex premier David Cameron aveva infilato il pene nella bocca di un cadavere di maiale durante un bizzarro rituale universitario – cosa che Brooker sostiene di non aver saputo all’epoca – la fama dello show ha toccato nuove vette.
2. USS Callister (stagione 4, episodio 1)
Anche se Black Mirror dà spesso il meglio di sé quando ci spaventa raccontando di tecnologie che impazziscono e stimolando riflessioni, USS Callister è un episodio più saldamente radicato nel mondo reale di quanto non faccia pensare la sua ambientazione fantascientifica. Certo, Robert Daly crea un mondo virtuale in cui imprigiona e maltratta gli avatar dei colleghi che lo hanno offeso, ma l’antagonista è semplicemente un giovane pieno di rabbia che porta le sue frustrazioni in uno spazio virtuale perché incapace di gestirle nel mondo reale. L’ambientazione ispirata a Star Trek conferisce alla storia una dimensione fantastica, mentre Daly e il suo socio in affari James Walton incarnano i due lati della mascolinità tossica e i suoi aspetti più degradanti. Il fatto che USS Callister racconti questa storia in modo morbosamente divertente e spesso terrificante ne sancisce lo status di uno dei migliori racconti di Black Mirror.
1. San Junipero (Stagione 3, Episodio 4)
Con il passaggio di Black Mirror a Netflix, avvenuta in coincidenza della terza stagione, sono cambiate parecchie cose. San Junipero non è rappresentativa solo in questo senso: l’episodio è probabilmente anche il miglior esempio dell’approccio leggermente diverso adottato dai creatori dello show. Qui, la grinta e l’aspetto più grezzo e (relativamente) a basso budget degli episodi prodotti dal canale inglese Channel 4 (la prima “dimora” della serie) lasciano spazio alla patina luccicante che caratterizza le produzioni americane. Più budget si traduce in scenografie più elaborate e dettagliate, ma avvicina anche l’azione alla Silicon Valley, fonte di tante trame di Black Mirror. Tuttavia, ciò che fa spiccare davvero questo episodio è la svolta decisa nei toni: da farsa macabra a racconto più delicato e umano. In breve, più che suscitare disgusto, San Junipero fa piangere.
Leggi tutto su www.wired.it
di Amit Katwala, Matt Reynolds, James Temperton www.wired.it 2023-06-22 16:18:14 ,