di Alessio Foderi
Garantire l’autenticità, raccontare la storia, certificare il processo di creazione: con questi obiettivi è partita la sperimentazione del brand Manuganda di un passaporto digitale basato su tecnologia blockchain. La mente creativa del progetto è Manuela Gandini, designer che arriva dal mondo dell’information technology con una grande passione per la gioielleria. ”Ho unito i puntini di questa passione quando su LinkedIn mi ha contattato TrueTwins, una startup danese che sviluppa passaporti digitali per il segmento fashion e lusso“, racconta a Wired.
Nato nel 2004, il brand dedicato alla gioielleria contemporanea ha attraversato la trasformazione digitale dell’ultimo decennio sempre con la voglia di innovarsi. I gioielli Manuganda, fra l’altro, fanno parte della collezione permanente The New Italia Design del museo del Design alla Triennale di Milano e della quarta collezione permanente del Museo del Gioiello di Vicenza.
Sostenibilità e autenticità
“Quando si parla di blockchain non bisogna dimenticare che c’è anche la possibilità di utilizzarla per accompagnare le informazioni legate a prodotti proprio per testimoniare tutta una serie di processi tracciabili, trasparenti e autentici“, spiega Gandini. Ecco che la soluzione TrueTwins trova concreta applicazione anche al mondo del gioiello. “Dal 2021, ogni gioiello Manuganda appartenente alla collezione permanente e ciascun pezzo unico fatto su misura saranno dotati di un passaporto digitale che va a certificare l’unicità del suo processo creativo“.
Dalla Danimarca, TrueTwins si propone come un creatore di passaporti digitali con l’obiettivo di dimostrare l’autenticità di un prodotto. Grazie alla tecnologia blockchain, il passaporto consente alle aziende di documentare la provenienza e l’impatto ambientale dei loro prodotti con una trasparenza senza precedenti. Il mercato della contraffazione, fa notare la startup, rappresenta 90 miliardi di euro all’anno di perdite per i marchi di lusso a livello globale. Mentre il 95% dei prodotti nei negozi al dettaglio ha utilizzato alcune forme di greenwashing, minando la credibilità generale.
Il TrueTwins Digital Passport, accessibile tramite tecnologia nfc, si aggiorna automaticamente per tutta la durata di vita di ogni prodotto, consentendo così di tracciare anche la proprietà. “Un prodotto verificato da TrueTwins è come un cittadino verificato dal proprio paese. La nostra tecnologia ci consente di documentare questo viaggio unico attraverso registri digitali inalterabili che sono specifici per ogni pezzo“, spiega Carl Emil S. Bregnhoi, co-inventore di TrueTwins. Su questa scia, oltre al progetto con Manuganda, TrueTwins ha collaborato anche con Cecile Bahnsen, creando una soluzione personalizzata che consente al cliente di visualizzare l’intero percorso sostenibile dell’abito, e con Mark Cross con cui ha implementato un chip da posizionare dietro il logo di ogni borsa in modo da garantire tracciabilità e autenticità.
Gemelli digitali
Nel caso di Manuganda, il gioiello fisico coesiste accanto al suo gemello digitale. Questo è accessibile tramite un’app da cellulare che dà accesso all’universo del brand, dalla progettazione alla produzione. Tramite un’apposita piattaforma proprietaria, ogni oggetto, una volta ultimata la produzione, viene collegato a un chip che andrà a contenere tutte le informazioni sulla storia del prodotto. Il codice del digital twin al momento della vendita viene associato ai dati del cliente, che riceve tutte le informazioni. “Da quel momento sulla rete blockchain sarà definitivamente associato alla persona che l’ha acquistato – spiega Gandini – che potrà venderlo o regalarlo. In entrambi i casi trasferisce la proprietà ad un’altra persona, garantendo la longevità e la tracciabilità del prodotto”. Il cliente nel suo wallet digitale potrà infatti trovare tutti i prodotti acquistati o regalati.
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www.wired.it
2022-03-01 10:30:00