Jeff Bezos, il CEO di Amazon, l’azienda che ha fatto della logistica e del trasporto di merci una delle colonne portanti del suo business, non poteva che avere idee simili anche per lo spazio. La sua Blue Origin è pronta infatti a lanciare Blue Ring, il primo “trasportatore spaziale”, che avrà il compito di agganciare i satelliti per trasportarli su orbite differenti, per ricaricarli di propellente o per altre funzioni utili a rendere più efficienti le operazioni nello spazio. Una sorta di pit stop spaziale, insomma, che potrebbe essere una prima pietra miliare in vista di più complessi – e per ora fantascientifici – spazioporti.
Una questione di orbite
Cambiare orbita, per un satellite, è un’impresa complessa e che richiede moltissima energia. Se il satellite non ha energia a disposizione, l’impresa non si può compiere. Ecco perché entra in gioco un trasportatore come Blue Ring. Sarà sufficiente rifornire un singolo satellite per trasportarne molti. Blue Ring è uno “space tug”, un trasportatore spaziale. Un satellite il cui compito principale sarà esattamente quello che sembra dal nome: gli altri satelliti potranno essere agganciati a Blue Ring, il quale avrà il compito di trasportarli su orbite differenti rispetto a quelle di partenza. Anche lo stesso Blue Ring dovrà essere ricaricato di propellente, ovviamente, del resto ricaricare un singolo satellite adibito allo scopo è una scelta di gran lunga più efficiente rispetto a ricaricare i molti satelliti che lui potrà trasportare.
Come funzionerà Blue Ring
In totale, Blue Ring potrà trasportare fino a 3 tonnellate di carico, dipendentemente dall’orbita di destinazione, in quanto i cambiamenti di orbita a maggiore energia richiederanno che la massa del satellite sia scarso. Sfrutterà una combinazione di propulsione elettrica e chimica per svolgere le sue mansioni, con quella elettrica – prodotta da pannelli solari lunghi 44 metri – necessaria per le operazioni più piccole o per aiutare la propulsione chimica (come in molte automobili ibride). Le funzioni di Blue Ring comunque non si limitano a questo, per il fatto che durante l’attracco potrà ricaricare di propellente gli altri satelliti, che potranno così utilizzarlo per le loro operazioni. Inoltre, potrà anche svolgere il ruolo di relay, o ponte radio, per facilitare le trasmissioni dai satelliti ai rispettivi segmenti di terra. Aspetto non meno importante per una compagnia privata – il cui scopo è pertanto il profitto – è che questo gioiellino sarà molto versatile e potrà pertanto rifornire numerosi clienti, perché è pensato per essere adattato a diversi razzi vettori, compresi i Falcon 9 della SpaceX e gli Atlas V della ULA.
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di Luca Nardi www.wired.it 2024-11-01 05:30:00 ,