DOHA – Il dilemma della terza partita, quando la qualificazione è già in tasca, è un classico di ogni grande torneo. Il Brasile, contrattempi permettendo, sembra intenzionato a risolverlo nella maniera più drastica: cambiando tutta la formazione o quasi e mettendo in campo, come capitano, il veterano più veterano della squadra, Dani Alves. Contro il Camerun, dopo le due vittorie con Serbia e Svizzera che le hanno già garantito il passaggio agli ottavi di finale, la Seleçao potrebbe essere interamente rivoluzionata: il modo migliore per fare riposare i titolari in vista della fase a eliminazione diretta e anche per fare sentire tutti partecipi. D’altronde, ha argomentato Tite, definire riserve certi giocatori è abbastanza improprio: “Abbiamo 26 atleti tutti di altissimo livello. Ci sono Fabinho del Liverpool, Ederson del Manchester City, Martinelli dell’Arsenal. C’è tanta competizione interna e io devo mettere tutti nelle migliori condizioni per competere. Quella col Camerun non è una partita di secondo piano, è una partita difficile, pensate alla Tunisia che ha sconfitto la Francia”.

Occasione per Rodrygo
Si è dunque scatenato il totoformazione e in effetti l’ipotesi è che, della squadra schierata all’inizio con la Svizzera, il solo confermato sia Militao, però stavolta nel classico ruolo di centrale, e che in ballottaggio per partire dall’inizio resista Fred (ma con Bruno Guimaraes favorito). L’occasione, nel caso, sarebbe soprattutto per Rodrygo, l’innesto vincente del secondo tempo con gli svizzeri. L’undici più pronosticato prevede Ederson in porta, la linea difensiva Dani Alves-Militao-Bremer-Telles, la mediana Fabinho-Bruno Guimaraes (o Fred), la trequarti Rodrygo-Antony-Martinelli e Gabriel Jesus (in vantaggio su Pedro) centravanti.

Capitano a 39 anni contro le critiche
L’appuntamento col Camerun diventa storico per Dani Alves e lo sa perfettamente l’ex juventino, la cui convocazione era stata assai contestata, essendosi lui avviato verso un crepuscolo di carriera neanche troppo dorato in Messico, nei Pumas: “Per me è un motivo di felicità avere ancora la possibilità di rappresentare il Brasile. Lo sarebbe anche in amichevole, figuriamoci al Mondiale. Chiudere un ciclo così lungo qui, pensando che ho cominciato nel 2006 e ho messo assieme 124 presenze, è una soddisfazione enorme. Io cerco di dare sempre il massimo”. Originario di Bahia, terra di musica, Alves ha utilizzato una metafora musicale per illustrare il concetto: “Io sono al servizio della Seleçao. Se dovessi suonare il tamburo, sarei il migliore suonatore di tamburo che voi abbiate mai sentito. Ognuno ha la sua missione e dentro questa missione tutti noi siamo importanti. Il calcio sta cambiando, i calciatori cambiano le loro caratteristiche”.

Il recupero del numero 10
Sulla convocazione un po’ a sorpresa Alves è stato ancora più netto: “Il Mondiale non dipende solo dal fatto di giocare o meno in un club, ma di stare bene nella Seleçao. La vita premia chi ama ciò che fa, chi ha passione. Posso dire con cognizione di causa, visto che da 16 anni faccio parte di questa squadra, che qui in Qatar c’è il gruppo più equilibrato dal 2006 a oggi, in campo e fuori”. La conclusione è ovvia: il Brasile può vincere il Mondiale. Magari con Neymar in campo a partire dagli ottavi: il numero 10 prosegue nel recupero dall’infortunio alla caviglia. La decisione sul suo eventuale ritorno negli ottavi di finale verrà presa dallo staff medico dopo la partita col Camerun: “Il recupero procede gradualmente e non ha senso forzare i tempi, però siamo ottimisti”. Non è escluso, se Neymar tornerà ad allenarsi in gruppo con gli altri due infortunati Danilo e Alex Sandro, il suo impiego a partita in corso.