Stavolta l’Armada è “invencible”, per davvero. Allo Stadium Australia di Sydney la Spagna alza al cielo per la prima volta nella sua storia la Coppa del mondo femminile superando 1-0 le rivali dell’Inghilterra. Vendicando un anno dopo la sconfitta ai quarti dell’Europeo poi vinto dalle inglesi. Ancora in rete, ancora decisiva Olga Carmona, che in semifinale aveva eliminato la Svezia allo scadere. Il Mondiale di calcio femminile si scrolla di dosso il monopolio Usa (campioni in carica dal 2015, 4 volte sul tetto del mondo) per riaffacciarsi sul Vecchio Continente con due finaliste inedite. Un derby europeo in finale mancava dall’edizione del 2003, quando la Germania ebbe la meglio sulla Svezia.
Spagna superiore all’Inghilterra
La vittoria di misura della Roja non rende l’idea di una partita dominata sul piano tattico, con l’Inghilterra stritolata nella morsa asfissiante delle spagnole, che non lasciano spazio all’iniziativa delle rivali e manovrano con l’impronta del tiki-taka che qualche anno fa faceva le fortune della nazionale maschile. La migliore interprete della serata è sicuramente Aitana Bonmati, galvanizzata dall’accostamento a Iniesta che Pep Guardiola le ha rivolto. Serve a poco l’ottima parata su rigore dell’inglese Earps, che nel secondo tempo nega il raddoppio a Hermoso. Il suo sfogo e l’incitamento alle compagne sono comunque il segnale del riscatto di una ragazza che era stata relegata ai margini del progetto dall’ex ct Phil Neville, prima di essere rilanciata da Sarina Wiegman, per la quale circolano voci su un futuro in panchina della nazionale maschile al posto di Gareth Southgate.
Per l’Inghilterra la traversa di Hemp
Per il resto l’Inghilterra non riesce a sfondare: la costruzione è confusionaria e macchinosa. L’unica, vera occasione al 15’ con la traversa colpita da Hemp. Filosofia opposta quella della Spagna, corale in fase di impostazione e pronta a raddoppiare e triplicare le marcature per stroncare sul nascere le velleità delle rivali. I guai arrivano soprattutto da sinistra, la fascia dove è maturato il gol mondiale: al 29’ Bronze si fa sfilare il pallone al centro del campo e via di ripartenza, con Mariona che al limite dell’area aspetta la sovrapposizione di Carmona che col mancino trafigge in diagonale Earps. Il rigore procurato arriva sempre dopo un’azione orchestrata da sinistra: Mariona riceve e prova a penetrare nell’area avversaria trovando la mano destra di Walsh. Sul finale di partita l’Inghilterra deve anche proteggersi il fianco destro: l’ispiratissima Bonmati trova uno splendido corridoio per Batlle, ma Earps nega ancora il 2-0. Più imbrigliata Paralluelo, gioiellino del Barcellona schierato centravanti, che viene dal mondo dell’atletica leggera (400 piani e ostacoli). Non ancora ventenne, aveva segnato da subentrata ai quarti e in semifinale.
La solitudine del ct spagnolo
L’unica immagine dissonante nella notte di festa spagnola è quella del ct Jorge Vilda, solissimo durante la celebrazione del gol e nella mischia durante i festeggiamenti al fischio finale. Lo scorso settembre l’ammutinamento delle 15 calciatrici che chiedevano a gran voce la sua testa: “Mai più come allenatore, altrimenti non scendiamo in campo”, sostenendo che la sua presenza non garantisse le adeguate condizioni psicologiche per allenarsi. Pugno duro della Federazione spagnola, che prese le difese di Vilda. Pace forzata, ma solo in 11 sono tornate sui propri passi. Di queste, solo tre sono state convocate: Bonmati, Mariona e Batlle. Sui social network le escluse non hanno celebrato l’impresa delle loro ex compagne. Vilda ha avuto in ogni caso il merito di vincere un Mondiale avendo ricostruito una squadra da zero.