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La Corte di Cassazione ha ritenuto sussistente la frode sportiva
(ANSA) – NAPOLI, 03 FEB – La Corte di Cassazione ha annullato la sentenza di condanna, per concorso esterno in associazione mafiosa, emessa nei confronti dell’ex calciatore dell’Avellino Luca Pini (difeso dagli avvocati Dario Vannetiello e Angelo Loizzi) in relazione all’accusa di aver corrotto giocatori professionisti allo scopo di condizionare i risultati di alcune partite di calcio del campionato di serie B della stagione 2014-2015 per agevolare la camorra. La Suprema Corte, che ha riconosciuto sussistente il reato di frode sportiva (non aggravato), ha chiesto a un’altra sezione della Corte di Appello di Napoli la riformulazione del giudizio relativamente al reato di concorso esterno. Secondo gli inquirenti della DDA di Napoli, Pini avrebbe agevolato il clan della “Vinella Grassi” e in particolare alcuni suoi esponenti di vertice, tra i quali i fratelli Umberto ed Antonio Accurso che scommettevano ingenti somme di denaro sulle partite di calcio.
Va ricordato che, in merito alla vicenda, la giustizia sportiva, si è già pronunciata con delle condanne e che Antonio Accurso, diventato collaboratore di giustizia, ha reso dichiarazioni sulla vicenda calcioscommesse e clan. Agli atti, inoltre, risultano numerosi sms tra Luca Pini e gli scommettitori, messaggi intercorsi proprio a poche ore delle partite di calcio oggetto di indagini, tra cui Modena-Avellino e Avellino-Reggina.
Con la sentenza di primo grado, emessa il 12 marzo 2008 per coloro che decisero di essere giudicati con le forme del rito abbreviato, Antonio Accurso fu condannato a 4 anni; Luca Pini a 3 anni e 6 mesi, l’ex capitano dell’Avellino Francesco Millesi (che si è visto rigettare il ricorso dalla Cassazione) a un anno di reclusione con il beneficio della sospensione condizionale della pena essendo stato assolto dall’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa. (ANSA).
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