I leader di Azione e Italia viva dovrebbero chiudere l’intesa che prevede un nuovo simbolo. In giornata la decisione anche sulle candidature
Le trattative ieri si sono svolte a ritmi serrati, ma mai di persona. E non sono servite a raggiungere un accordo. Matteo Renzi e Carlo Calenda si vedranno oggi. Sembra, tuttavia, che proprio oggi possa essere la giornata decisiva per concludere il «matrimonio» tra Azione e Italia Viva. Sembrerebbe, almeno. Il condizionale è d’obbligo, sebbene ieri le trattative pare siano andate talmente avanti da arrivare a definire un simbolo unico tra i due partiti: il nome di Calenda, scritto grande e sotto, più in piccolo, il disegno dei due simboli di Azione e di Italia Viva.
Matteo Renzi, inoltre, ha messo una scadenza: giovedì, alla presentazione del suo libro alla Versiliana. Il leader di Italia Viva vorrebbe arrivare su quel palco con l’accordo chiuso, presentando già lì il simbolo che sarà sulla scheda delle elezioni del 25 settembre. Tante premesse positive, nulla di certo. È stato lo stesso Calenda ieri a voler tenere in sospeso un esito che Renzi ha sempre considerato «una ottima opportunità».
Il leader di Azione nel pomeriggio si è chiuso nel suo ufficio nel centro di Roma, probabilmente a continuare le tante telefonate con il leader di Italia Viva. Prima di entrare, Calenda è stato fermato dai cronisti che lo aspettavano fuori. Tante domande, ma solo risposte evasive. Nel primo pomeriggio Calenda aveva girato una video-intervista. Domanda: «Nel terzo polo ci sarà una leadership?». La risposta fa pensare che l’accordo si farà, perché l’eurodeputato risponde: «Lo decideremo». Anche perché poi lo stesso si è avventurato a precisare che nella scelta tra lui e Renzi ci potrebbe essere anche una donna alla quale si potrebbe affidare la premiership.
Ma quando arriva alla sede del suo partito i condizionali tornano ad essere obbligati. Anche qui sono decine i cronisti in attesa di ottenere risposte certe. La domanda è scontata: «A che punto è l’accordo con Matteo Renzi? La risposta di Calenda è pungente, piuttosto enfatica: «Non parlo più di accordi finché non sono siglati con il sangue». E non ci sarebbe bisogno di riassumere la vicenda dell’intesa con il Pd se soltanto quello strappo non fosse ancora presente in ogni battuta da parte del centrosinistra. Dall’altra parte Renzi aspetta le decisioni di Calenda. Ma è tutto tranne che passivo. Il leader di Italia Viva ha una certezza: non accetta nessun «teatrino modello Letta» e sebbene lui sia convinto dell’importanza di quell’alleanza, spiegata come un’opportunità da non perdere, ha sempre a portata di mano il suo piano «B».
Renzi lo ha messo nel conto: tutto può saltare all’ultimo minuto. E ha così pronta
una corsa in solitaria con il suo nome messo sulla scheda e l’accordo con alcuni simboli tra cui la Lista Civica Nazionale di Federico Pizzarotti e la lista Moderati di Mimmo Portas. Oggi si vedranno, Carlo e Matteo, e tra i primi punti sul piatto ci sarà la questione delle candidature. È stato lo stesso Calenda all’inizio a proporre di dividere in parti uguali, 50 e 50. E Renzi si sarebbe reso disponibile ad accettare le condizioni di Calenda.
9 agosto 2022 (modifica il 9 agosto 2022 | 23:48)
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Alessandra Arachi , 2022-08-09 21:06:49 ,