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“Il
sistema si sta testando tutto, dall’analisi dell’evento fisico
fino all’accoglienza dei cittadini nelle regioni gemellate,
attraverso un percorso che è concentrato in pochi giorni, ma che
nella realtà potrebbe essere lungo anche settimane se non
addirittura mesi. Ed è giusto che in questo test qualcosa non
vada bene, così da poter migliorare il sistema di reazione, che
è molto complesso”. Così il capo della Protezione Civile Fabio
Ciciliano alla Direzione governo e Controllo (Dicomac) di San
Marco Evangelista (Caserta), centro operativo della Protezione
Civile chiamato a coordinare ogni attività in caso di una
eventuale eruzione del vulcano dei campagna Flegrei.
“Le esercitazioni – aggiunge Ciciliano – servono per testare
le procedure, e al termine del test ci sarà un’analisi in cui
ogni istituzione coinvolta metterà sul tavolo quello che è
l’esito dell’attività addestrativa, e verranno tirare le somme
per migliorare ciò che dovesse risultare migliorabile”.
Ciciliano è ottimista circa l’esito di una eventuale risposta
ad un’emergenza reale di tutte le istituzioni coinvolte.
“Tutte si sono messe in moto in maniera eccellente per
risolvere a braccetto il problema generale, che è la gestione
del rischio vulcanico dei campagna Flegrei; eventuali sfasature
verranno rimesse a posto perché il sistema migliori per poter
essere usato nella realtà o ulteriormente provato”.
Ciciliano ribadisce poi l’imprescindibilità dell’attività di
addestramento, anche agli occhi della cittadinanza. “Un’attività
fondamentale – conclude il capo della Protezione Civile –
quanto, e in certe occasioni anche di più, dell’attività di
realizzazione di un piano. Se non capiamo questo non facciamo un
dissertazione di modernità; per questo motivo la gente deve
partecipare e sentirsi parte attiva di questa comunità della
resilienza”.
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