È convocato per stasera il Consiglio nazionale del Movimento Cinque Stelle. All’ordine del giorno della riunione la discussione sulla linea politica da tenere sulla risoluzione di maggioranza in vista delle comunicazioni del premier Mario Draghi in Parlamento alla vigilia del Consiglio europeo del 23-24 giugno e sulle dichiarazioni del ministro degli Esteri Luigi Di Maio. Sulle decisioni prese dal Consiglio può essere chiamata ad esprimersi la base del Movimento. Domani, intanto è stato convocato alle 16 un vertice tra governo e partiti di maggioranza per trovare una mediazione che porti alla stesura definitiva della risoluzione da votare in Parlamento.
La resa dei conti nel consiglio nazionale
Ci sono tutte le premesse per un scontro definitivo tra dimaiani e contiani. Difficile però che si arrivi all’espulsione di Di Maio. Più probabilmente il consiglio nazionale potrebbe redigere un documento in cui verrà presa una posizione definitiva che indicherà Luigi Di Maio come un ministro che non è più espressione della linea politica dei 5S al governo.
Guerra aperta e rischio scissione
La riunione del consiglio nazionale è l’atto finale della guerra aperta nel M5s, dopo gli attacchi reciproci dei giorni scorsi fra Di Maio e Conte. Gli attriti sono ulteriormente aumentati dopo la bozza di risoluzione circolata di alcuni senatori del M5s che chiede al governo lo stop all’invio di nuove armi a Kiev. Dal testo si è dissociato il ministro degli Esteri. Immediate le prese di posizione pro e contro che delineano la frattura netta fra i due schieramenti. Su Repubblica il vicepresidente Ricciardi ventila l’ipotesi di un’espulsione dell’ex vicepremier: «Da tempo è un corpo estraneo al Movimento». Sulla stessa linea sulla Stampa l’altro vicepresidente Michele Gubitosa: «Siamo a un punto di non ritorno Luigi Di Maio ha pianificato la sua uscita dal Movimento Cinquestelle». Enrica Sabatini, moglie di Davide Casaleggio e socia della piattaforma Rousseau suona il de profundis al M5s: «È un’esperienza finita».
Todde: iter Di Maio non in linea
«Cercheremo di fare il consiglio nazionale tra oggi e domani. Se c’è l’ipotesi di mettere in discussione il ruolo di Di Maio nel Movimento? Non è quello il punto, ma le posizioni che sta prendendo lui pubblicamente senza confronto interno», incalza la viceministra allo sviluppo economico e vicepresidente del M5S Alessandra Todde, che aggiunge: «È pretestuoso dire che la nostra forza politica può costituire un problema per la sicurezza nazionale, lo trovo gravissimo» e «parte di un percorso che si pone in contrapposizione con linea che il M5s sta portando avanti in questo momento». E ancora: «Trovo vergognoso che ieri sia stata fatta circolata una bozza vecchia che non ha niente a che fare con la base su cui stiamo discutendo. La risoluzione deve essere di maggioranza».
La risoluzione della discordia sulle armi a Kiev
Nel M5s le minacce di scissione erano nell’aria già da tempo. Ma scintilla è stata appunto la bozza circolata della risoluzione redatta da alcuni senatori M5s in vista del voto di martedì dopo la comunicazioni del presidente del Consiglio sul Consiglio europeo del 23-24 giugno sull’Ucraina. Nella risoluzione si impegna il governo «a non procedere, stante l’attuale quadro bellico in atto, a ulteriori invii di armamenti che metterebbero a serio rischio una de-escalation del conflitto pregiudicandone una soluzione diplomatica». Immediata la sconfessione di Di Maio: «Si tratta – ha detto – di una risoluzione che ci disallinea dall’alleanza della Nato e che mette a repentaglio la sicurezza dell’Italia».