La disinformazione, scrive la prestigiosa rivista Scientific American è la vera minaccia per la democrazia e la salute pubblica: “La disinformazione abbonda e può uccidere. Fortunatamente, spesso può essere identificata in modo inequivocabile“.
Peccato che le cose non stiano esattamente così. Perché non abbiamo definizioni chiare e univoche di che cosa sia. E comunque il termine è anche ambiguo. Infatti, nella nostra lingua utilizziamo la stessa parola (“disinformazione“) per raccogliere due parole che hanno significati diversi: la “disinformation“, che è un’informazione falsa che ha lo scopo deliberato di ingannare, ovvero di sbagliare intenzionalmente i fatti, e la “misinformation“, che invece è un’informazione falsa o imprecisa: sbagliare i fatti, spiega la American Psychological Association (Apa).
Chi sa veramente cosa sia la disinformazione?
Per aggiungere confusione a confusione, come abbiamo visto, non c’è neanche consenso su cosa siano misinformazione e disinformazione. Quelle della Apa solo due delle decine di definizioni che sono state sviluppate nel corso del tempo. E alcune volte le definizioni non ci sono neanche: si è utilizzata solo l’etichetta, sulla quale abbiamo in apparenza un’idea comune, ma il suo significato non viene esplicitato. Il che, come diceva anche il premio Nobel Richard Feynman, è un problema, perché c’è un abisso di differenza tra conoscere qualcosa e conoscerne solo il nome.
Sapere cosa sia la disinformazione e quale dinamiche abbia è la domanda di inchiesta di Fabiana Zollo, professoressa associata di informatica alla Ca’ Foscari di Venezia, dove è coordinatrice del laboratorio di Data science for society. Da un decennio si occupa di dinamiche sociali e di diffusione dell’informazione nell’ambiente digitale. Un suo lavoro di inchiesta, preparato insieme ad un team di ricercatori italiani, sui bias delle fonti di informazione, che analizza non solo le distorsioni narrative (ossia come viene presentata una notizia), ma anche quelle di selezione (ovvero quali notizie le fonti scelgono di riportare), viene presentato al Cicap Fest, in programma a Padova dall’11 al 13 ottobre.
Il Cicap è il Comitato italiano per il controllo delle affermazioni sulle pseudoscienze, un’associazione fondata da Piero Angela nel 1989 per promuovere un’indagine critica nei confronti delle pseudoscienze, del paranormale, dei misteri e dell’strano con l’obiettivo di diffondere la mentalità scientifica e lo spirito critico.
La mancanza di definizione chiare
La disinformazione è praticamente il sale della terra su cui sorge il Comitato. Le definizioni del termine sono però elusive. Tanto che Zollo ha lavorato, assieme alla collega Teresa Scantamburlo, a un altro studio: ha analizzato 410 studi empirici internazionali sulla “misinformation” (che raccoglie anche la “disinformation” ma non solo) pubblicati in un arco di tempo che va dal 1933 al 2022.